Tyneham, ricordi al villaggio fantasma
Ci sono luoghi in cui i muri parlano, raccontano di chi ci abitava, cosa faceva, e cosa è successo.
Se al villaggio di Tyneham, nel sud del Dorset, le pareti rimaste avessero sentimenti, sicuramente racconterebbero del dolore provato quando vennero separate dai loro abitanti.

IL VILLAGGIO FANTASMA DI TYNEHAM
Per raggiungere Tyneham si percorre parecchia strada in mezzo alle campagne inglesi; ad un certo punto si svolta in una ripida stradina in discesa (unica via di accesso e di uscita), intuendo chiaramente che non si sta passando in mezzo a campagna qualsiasi, ma si transita attraverso un’area militare, usata per esercitazioni.
È proibito sconfinare da quello stretto vicolo, ed è pericoloso toccare quanto ipoteticamente si possa trovare in terra, a rischio esplosione. Abitualmente (ad eccezione dei weekend), il ministero della difesa chiude la stradina, e proibisce l’accesso.
Il fatto che questo minuscolo e remoto villaggio si trovi proprio in fondo a quella vallata, è strettamente correlato al suo abbandono, ed al suo congelamento.

L’ESPROPRIO (TEMPORANEO)
Il villaggio fantasma di Tyneham, non ha più alcun abitante. Poco prima del Natale del 1943 l’ufficio di guerra inglese requisì tutto il territorio, e 225 persone furono costrette ad abbandonarlo.
Venne loro imposto di lasciarlo, in nome di un bene maggiore.
Il provvedimento doveva essere temporaneo, solo per la durata della guerra. Tuttavia nel 1948, agli albori della guerra fredda, il ministero della difesa completò l’acquisto, e da allora ha continuato ad usare quell’area per esercitazioni.
In quanto poligono militare (Firing Range), è praticamente zona di combattimento, con carri armati e bombardamenti veri.

L’ANIMA DEL VILLAGGIO
Mancano i tetti quasi ovunque. Aldilà dell’azione del tempo, rappresenta comunque anche un buon espediente per mantenere in sicurezza gli ambienti, cosicchè possano essere accessibili senza che crolli nulla in testa a qualche sventurato visitatore. Abbiamo ugualmente notato alcune pareti piuttosto sghembe, che ad occhio non ci hanno dato l’impressione di poter reggere ancora a lungo.
A tal proposito abbiamo saputo che da ottobre del 2019 alcuni dei ruderi sarebbero chiusi per questioni di sicurezza, probabilmente in vista di ulteriori restauri.
Esplorando il piccolo villaggio abbandonato di Tyneham si vedono ricorrere gli stessi cognomi appartenuti alle famiglie che la popolarono: nelle lapidi, nelle case, nella chiesa, nella scuola, nelle foto di famiglia e delle scolaresche, insomma ti sembra di conoscerli, quasi da pensarli come parenti alla lontana…
Capiamo come ci si affezioni!
Siamo entrati in quel che resta della casa dei Whitelock, quella degli Upshall, ed il cottage dei Wellman.
Piccolissime. Senza tetto, e con spazi aperti visibili, non se ne ha una percezione definita, ma chissà quanto ancor più minuscole dovevano apparire con il soffitto e qualche mobile.

Intorno a quei camini aleggia l’anima degli edifici, in cui persone vi si radunavano per mangiare, per scaldarsi, per raccontarsi storie, per pregare.
Ai tempi la vita era assai minimale, non c’era elettricità nè acqua corrente (eccetto forse per l’edificio della lavanderia del villaggio); si faceva la fila per l’acqua alla pompa del pozzo.
I più piccoli si divertivano con ciò che avevano; ad esempio, andavano a caccia di anguille e rane, si costruivano go-kart rudimentali modificando carretti con ruote, e cose simili… Una volta nel laghetto hanno improvvisato una barca con una vasca da bagno!
LA SCUOLA
La scuola, premurosamente restaurata, sembra congelata nel tempo, ti riporta indietro di un secolo.
Era stata costruita nel 1856 per 60 alunni; non era solo elementare poichè ospitava scolari dai 4 ai 14 anni nella stessa aula, ci ha fatto pensare al telefilm “La casa nella prateria”!
Particolarmente severa era Mrs.Pritchard che insegnò lì dal 1921 al 1928: ricorda Kathy Wrixon (oggi non più al mondo) che non si poteva parlare, e che ricevevano sberle sulle nocche quando impugnavano male la penna. Sebbene la maestra non mostrasse favoritismi nei confronti del figlio che era tra gli studenti, una preferita ce l’aveva, Winnie Applin, l’unica che sapeva suonare il pianoforte.
I bambini vi si recavano a piedi da fattorie e villaggi vicini, perciò, come si evince dai registri delle insegnanti, nelle giornate di maltempo le frequentazioni erano scarse, così come in periodi di semina, o di raccolta.
Quando c’erano recite, l’aula veniva sgomberata dai banchi, gli abitanti portavano le proprie sedie, i bambini si sedevano in terra, ed assistevano allo spettacolo.
La scuola aveva già chiuso diversi anni prima dell’evacuazione, il 24 marzo del 1932, per scarsità di studenti; erano solo 9 ed iniziarono successivamente a frequentare a Corfe. In seguito venne usata come sala comunale.



Emoziona scorgere nei muri della scuola quegli elementi naturali della quotidianità di allora, che andava imparata
L’UFFICIO POSTALE
L’ufficio postale lo ebbero in gestione i Mores, poi i Pitman, poi i Barnes e negli ultimi anni Mrs Gwendoline Driscoll.
Per motivi di privacy, il terminale del telegrafo era allestito separatamente, in una stanza a parte, ma quando la signora Pitman ripeteva i telegrammi da trasmettere, lo faceva a voce così alta che i clienti sentivano tutto.
All’epoca, avere anche solo tre clienti in contemporanea poteva mandare in stallo le funzioni; l’impiegata era fantozzianamente sepolta da pile di cartelle, moduli e pacchi… A malapena visibile là dietro!
Nell’inverno del 1929 viene installata la cabina telefonica davanti all’ufficio postale, prima si usavano i telegrammi.
La cabina originaria venne accidentalmente distrutta nel 1985 mentre giravano un film.


IL VILLAGGIO CHE È MORTO PER L’INGHILTERRA
La vallata di Tyneham, sulla Jurassic Coast, è preziosa militarmente, presenta una varieganza di scenari ideale per simulazioni belliche.
Quando nel corso della seconda guerra mondiale gli alleati decisero di invadere la Francia, in quella che fu l’operazione Overlord, preventivarono al dettaglio ogni fase, comprese quelle preparatorie.
L’esercito britannico possedeva già i territori circostanti, nella zona di Lulworth, ma dovendo addestrare, in vista del D-Day, più di 150 mila uomini, si rese necessario estendere l’area delle esercitazioni. Rappresentò uno dei compromessi che coinvolgeva meno residenti possibili.
In particolare vi testarono i carri armati Sherman, determinanti nello sbarco in Normandia.
IL LASCITO
L’antica chiesa, risalente al XIII secolo, sembra essere l’edificio che più degli altri ha resistito.
Dai registri emerge come essa rappresentasse l’occasione principale di raduno per la comunità. Oltre alle funzioni regolarmente svolte negli anni, vi si sono tenuti tanti battesimi, matrimoni e funerali.
È rimasta intatta come struttura, ed anche come memoria. Al suo interno, le esposizioni alle pareti la rendono un vero e proprio diario di foto e pensieri di chi animò questo tranquillo e sperduto villaggio.
Entrare lì dentro è come accederne al cuore.

Tyneham è stato definito “il villaggio che è morto per l’Inghilterra”.
Il messaggio che venne appeso alla porta della chiesa da Evelyn Bond, l’ultima ad abbandonarlo, può sembrare una sorta di raccomandazione, di implorazione, in prospettiva di un futuro ritorno… Ma col senno di poi, sappiamo che rappresenta piuttosto un epitaffio del paese, poichè nessuno degli abitanti vi ha mai più fatto ritorno.
Per favore, trattate la chiesa e le case con cura.
Abbiamo lasciato le nostre case dove molti di noi hanno vissuto per generazioni al fine di aiutare a vincere la guerra, e mantenere la libertà degli uomini.
Ritorneremo un giorno e vi ringrazieremo per aver trattato il villaggio con gentilezza.
Ma dopo quel giorno, non tornarono mai. Nessuno, tornò mai.
Il 16 novembre 1943 era stato consegnato l’avviso di evacuazione, ed il giorno dopo istituito uno speciale ufficio (sotto segreto ufficiale), adibito alla gestione della mobilitazione.
Molto sbrigativamente gli abitanti vendettero animali e macchinari in aste locali.
Il 19 dicembre 1943, tutti i residenti furono evacuati dalle 106 proprietà nelle 12 miglia quadrate, come richiesto. Quel Natale fu molto diverso per loro.


LA DIMENSIONE DI TYNEHAM
Ad un certo punto ci siamo divisi, andando separatamente a catturare angoli dimenticati di questo villaggio che vuole ricordare… Abbiamo cercato di entrare in contatto personale con quel silenzio, che ha tantissimo da raccontare.
Solo in frangenti successivi, abbiamo realizzato che lì i cellulari non prendono!
Infatti per quanto gli edifici, rimasti a fronteggiare vegetazione ed intemperie, costituiscano un agglomerato piuttosto piccolo, continuavamo a girare senza riuscire più a ritrovarci, e nemmeno a contattarci telefonicamente.
Quel posto è abbandonato, ma vivo.
Sebbene oggi nessuno dei suoi abitanti sia più in vita, il ricordo di Tyneham, e di chi la abitò, sopravvive.
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