Rob Roy, il Robin Hood della Scozia
Dopo aver attraversato le splendide vallate di Glencoe, nel tardo pomeriggio ci era rimasto abbastanza tempo da permetterci una lieve deviazione sul nostro itinerario; abbiamo così imboccato una improbabile stradina strettissima, che dopo qualche miglio in salita, transita di fronte ad una chiesa sperduta.
Quel che cercavamo era proprio lì, una tomba: la tomba di Rob Roy.

Arrivando nella zona di Balquhidder non c’era anima viva (il toponimo in gaelico significa “fattoria remota”). La cosa bella, oltre a trovare il modo di arrivarci, è stata cercarsi personalmente la tomba.
Chi era Rob Roy MacGregor
Rob Roy, per gli amici, ma anche per i nemici, Roberto il rosso (motivi tricologici), fu un capo clan del XVIII secolo, nelle Highlands scozzesi.
In un epoca in cui il bestiame aveva un valore economico considerevole, e i furti erano all’ordine del giorno, non era raro che chi ne possedeva si rivolgesse a chi forniva un servizio di sicurezza.
Rob Roy, che poteva vantare trascorsi da soldato, si era guadagnato una buona fama sul campo (o forse sarebbe meglio dire sui campi), veniva infatti pagato per proteggere le greggi altrui, e poteva perfino contare su dei collaboratori.
Riuscì ad ottenere un grosso prestito dal duca di Montrose. L’intenzione era di espandere il proprio gregge personale in vista del mercato dell’anno successivo, e di restituire quindi la somma, una volta ottenuti i guadagni. Ma il suo capo mandriano lo tradì, sparendo con il denaro che avevano in affido.
Tentò per giorni di riacciuffare il ladro, senza successo; quando ritornò, scoprì che nel frattempo il duca lo aveva dichiarato fuorilegge, gli aveva confiscato tutte le terre che possedeva, e ne aveva pure fatto bruciare casa, cacciando la famiglia.
Da quel momento in poi, Rob Roy divenne un brigante, nel folclore scozzese equiparato all’inglese Robin Hood… sebbene la faccenda ci sembri assumere piuttosto i tratti di una vera e propria faida.
Rubava bestiame e si dava all’estorsione nei confronti degli altri proprietari terrieri del ducato che si rifiutavano di pagargli “protezione”; rapì persino un fattore del duca di Montrose che portava con sé la cospicua cassa dei proventi derivanti dagli affitti.
Non gli ci volle molto prima di stringere un’alleanza sempre più solida con un acerrimo nemico di Montrose, ovvero il duca di Argyll.
Ad una condotta così funambolica, conseguirono inevitabili accuse di furto e banditaggio; e a queste, si aggiunsero anche quelle di tradimento, per via delle sue (iniziali) istanze giacobite.
La sua latitanza venne in più circostanze interrotta da catture, ma per l’epico capoclan , era solo questione di tempo: riusciva sempre a scappare.
L’ultima detenzione però, non culminò con una fuga, giunse invece ad un epilogo assai peculiare. Pare che lo scrittore suo contemporaneo, Daniel Defoe (quello di Robinson Crusoe) nel 1723 abbia pubblicato un pamphlet intitolato “Highland Rogue”, ovvero il furfante delle Highland, e che quanto narrato, abbia contribuito all’ottenimento della grazia reale per pubblica acclamazione nel 1726. (Gli influencer dell’epoca!)
La fama di “eroe-bandito” che acquisì, si diffuse ulteriormente post mortem, grazie al libro di Sir Walter Scott ispirato a lui.
Rob Roy è davvero a Balquhidder?
Lo spazio su cui sorge la chiesa, si dice sia quello in cui giace Santo Angus (databile intorno al VII secolo d.c.), che non è il protettore delle bistecche bensì colui che gli storici parrebbero identificare come Aonghais Mac Cridhe Mochta Lughmhaigh… scusate, nel tentare di pronunciarlo mi è andato un controfiletto di traverso.
Si sa che Rob Roy visse gli ultimi anni di vita nell’estremo ovest di Balquhidder Glen e che nel 1734 ebbe una disputa su un terreno con un vicino, John MacLaren. Rob Roy morì il 28 dicembre di quell’anno nel duello fra clan che ne era scaturito.
Tuttavia, se nelle cronache vittoriane è noto che il primo giorno del 1735 si fosse tenuto un funerale, nei registri parrocchiali non ve n’è menzione. Inoltre, sul Caledonian Mercury, che uscì alcuni giorni dopo, era stata data notizia della morte di Rob Roy… ma non di un suo funerale.
Ufficiosamente, lo si trova nel piccolo cimitero adiacente alla chiesa del villaggio di Balquhidder , insieme alla moglie (che era anche la cugina) e due dei loro figli.
L’età riportata in una vecchia targa sulla sua tomba è errata, poiché gli attribuisce 70 anni, quando ne visse 63.
Per quanto riguarda il figlio Robert (Robin Oig), è improbabile che sia realmente sepolto lì. Uccise John MacLaren sparandogli alle spalle e scappò, finendo successivamente impiccato ad Edimburgo.
Le secolari mura della vecchia chiesa, oggi parzialmente rimaste in piedi a pochi metri dai MacGregor, racchiudono le sepolture dei MacLaren.
Forse lui è là sotto, a litigare con qualcuno, o forse no… ma quella lapide lancia un grido che vedremmo benissimo riecheggiare nelle vallate delle Highlands, a pieni, fieri, polmoni da Rob Roy MacGregor:
MacGREGOR DESPITE THEM

Rob Roy è un’altra creazione di Scott, come lo è il William Wallace con addosso il Kilt (che non portò mai). Io amo molto la storia di questo bandito che, a quanto sembra, era molto più malvagio di quello che Scott ci volle far credere.
Anche dalle nostre parti ad un bandito del secolo scorso hanno cucito un’aura eroica, facendone passare in secondo piano i crimini e la morale.
Per quanto riguarda Rob Roy, la Scozia dell’epoca doveva essere piuttosto “fisica”, e nelle faide fra clan pare proprio non si tirasse indietro.
Robin Hood è il nostro cartone Disney preferito, quindi il titolo mi ha subito incuriosito! Bella questa storia che non avevo mai sentito!
Gli scozzesi considerano Rob Roy equivalente a Robin Hood, tuttavia abbiamo dubbi che come lui, distribuisse ai poveri quanto rubava.