Gli Uomini di Bluetooth
La tappa da Stettino a Danzica, l’avevamo concepita decisamente “tirata”. Tutta quella strada con varie soste che intendevamo fare sul Baltico avrebbe richiesto tempo di cui non disponevamo: a cosa dunque rinunciare?
A nulla!
Anzi, l’abbiamo ulteriormente allungata, per la felicità dei nostri dispositivi elettronici, dato il tributo che eravamo intenzionati a portare per loro, nei dintorni di Wolin, presso l’estremo nordoccidentale della Polonia.
È lì che si trova infatti la pietra di bluetooth!
La pietra di bluetooth
Per quanto ne sappiamo la pietra non possiede nessuna proprietà sovrannaturale, e non ricarica nè si interfaccia ai nostri moderni gadget elettronici. Tuttavia ha un significato particolare perchè è collocata dove si ipotizza fosse l’antica e leggendaria fortezza vichinga di Jomsborg; forse distrutta dai nemici in anni successivi, o forse spazzata via dalle alluvioni.
Secondo la storia, i vichinghi che la popolavano, erano combattenti d’elite; per poterne entrare a fare parte, era richiesto loro di sconfiggere (talvolta fino all’uccisione) un membro. Donne e bambini non erano ammessi, nè al seguito dei guerrieri e nemmeno come prigionieri.
Probabilmente alcuni uomini erano mercenari, ma con certezza, altri erano gli uomini di bluetooth.
Perchè “dente blu”?
La parola “bluetooth” è una traslitterazione legata ad Harald Blåtand (blàtonn), ovvero Aroldo I dente blu, re Danese del decimo secolo, unificatore dei clan vichinghi scandinavi.
Esistono supposizioni di varia natura in merito a un soprannome così “odontoiatrico”: probabilmente aveva un dente marcio in bellavista, oppure se li colorava intenzionalmente prima delle battaglie, o semplicemente era ghiotto di mirtilli al punto da macchiarli permanentemente…
Quella di Wolin non è l’unica pietra a riguardare Aroldo I, ne esistono altre a lui dedicate nel Paese di provenienza.
Scritta sia in Polacco che in Runico, la pietra ricorda la sua morte avvenuta nel 986 durante una battaglia proprio davanti al portone della fortezza, vicino al fiume Odra, dove oggi sorge una chiesetta.
Come cambiano i tempi nel giro di un millennio, quando alla creazione di un nuovo standard per la trasmissione wireless di dati, bluetooth fu proprio il nome provvisorio dato al progetto!
Nome che, partito da una infatuazione storica di uno dei suoi inventori, è poi rimasto come definitivo; ed è pure stato un successone in termini di marketing, considerando l’azzeccata combinazione del logo fra due rune: la H e la B, le iniziali di Harald Blatand, ovviamente su sfondo blu.
Quando configurerete microfoni, cuffie e quant’altro dunque… non allarmatevi se doveste percepire una transitoria sensazione di cornutaggine: in essi scorre un po’ di essenza vichinga!
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Molto interessante! Sono cose che non conoscevo per niente! C’è sempre da scoprire!
Scoprire cose nuove è uno degli aspetti più belli e arricchenti del viaggiare 🙂
Quante curiosità davvero interessanti! Mi ha fatto piacere leggerti! Grazie.
Grazie a te 🙂 Siamo dei lemuri molto curiosi 😉 e ci piace imparare sempre tante cose nuove nei nostri viaggi.
Questa storia è davvero divertente, mai sentita prima. E’ proprio vero che non si finisce mai di scoprire 🙂
Talvolta intorno si hanno cose di cui si conosce poco o nulla, ed è sempre bello scoprirle.