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Viaggio nel tempo alla Reggia di Versailles

Se mette a disagio presentarsi ad una festa a tema, senza avere l’abbigliamento conforme alla situazione, provate ad immaginare cosa possa suscitare, durante una passeggiata, ritrovarsi inaspettatamente intorno persone agghindate con vesti d’altra epoca, che si muovono, si comportano, e parlano come soleva fare tanti anni addietro.
Potrebbe venire spontaneo sentirsi, come si suol dire, una “mosca bianca”… o forse, data la circostanza, una anacronistica mosca bianca.
Ciò che vi stiamo per raccontare, non riguarda però una rievocazione storica…

Reggia di Versailles

Il 10 agosto 1901 Eleanor e Anne, direttrici di un collegio universitario di Oxford, durante una vacanza in Francia, visitarono la reggia di Versailles; ex dimora dei reali francesi, situata a circa una ventina di chilometri da Parigi.
Concluso il tour del palazzo principale, sicuramente meno affollato allora di quanto purtroppo non sia oggi, siccome rimaneva loro ancora molto tempo a disposizione, pensarono di trascorrere il resto del pomeriggio a passeggiare negli splendidi giardini reali, alla ricerca del Petite Trianon, la villetta che fu di Maria Antonietta.

Noblesse oblige

Lontano dalla struttura principale, sorgevano infatti veri e propri distaccamenti, altrettanto fastosi ma più appartati.
Il Grand Trianon, nell’area nord-ovest della tenuta, fu voluto dal re Luigi XIV come “ritirata” personale, dove potersi rilassare e dove poter ricevere gli ospiti senza dover seguire la stretta etichetta di corte.
Con la stessa finalità, il Petit Trianon fu adibito alla regina, dove letteralmente “evadeva” assieme a pochi eletti, dalle asfissianti pressioni di corte, in un ambiente libero e informale.
Quello fu il luogo che probabilmente amò più di ogni altro, il più privato e personale, dove si sentiva al sicuro.
Nelle vicinanze aveva perfino fatto realizzare la ricostruzione di un villaggio contadino; il cosiddetto “borgo della regina”, Hameau de la Reine, con fattoria, stalla, mulino, latteria, fienile, giardini, frutteti e quant’altro costituisse la vita rurale dell’epoca.

Purtroppo per lei, è probabile che il trasferirsi quasi definitivamente nella propria area privata, abbia contribuito ad inimicarsi i favori della nobiltà, che in tal modo non poteva frequentarla e di conseguenza non riusciva a costruirsi la propria carriera cortigiana, sia i favori del popolo, che malvedeva questo “assenteismo” da palazzo della propria regnante.
Sono luoghi ancor oggi visitabili; pregevolmente ammobiliati, maggiormente pregni della personalità dei reali francesi, di quanto non lo siano i saloni del palazzo principale, concepiti più che altro per ricevimenti di autorità, celebrazioni e cerimonie.
Per raggiungere i Trianon e il villaggio contadino, è richiesta una mezz’ora buona di camminata; consigliamo di farla, sia per godervi la natura, sia perchè gli sconfinati giardini di Versailles sono un bijoux , ed è bello smarrircisi.

Dove o… quando

Mappa di Versailles e del Petit Trianon

È ciò che accadde proprio ad Anne ed Eleanor. Forse distratte dalle proprie chiacchiere o dalla stordente afosità di quel pomeriggio: si smarrirono.
Giunte ad una diramazione del sentiero che stavano percorrendo, chiesero informazioni in francese ad un paio di uomini dalle lunghe vesti verdi e dal cappello a tre punte, che siccome erano vicino a una carriola e a delle vanghe, avevano scambiato per giardinieri. Non ne compresero subito la risposta, ma intuirono di dover proseguire dritto.
Perciò continuarono, mentre l’atmosfera iniziava a farsi un tantino opprimente. Raggiunto il bivio successivo, riaffiorarono nuovamente le incertezze su quale fosse il cammino da seguire.
Nelle vicinanze si scorgeva un tizio dall’aspetto sinistro avvolto in un mantello che sedeva su una sorta di palchetto con tettoia. Avrebbero preferito non dover chiedere indicazioni a quell’individuo il cui volto pareva sfigurato dal vaiolo. Per fortuna non fu necessario.

Fece infatti un’improvvisa comparsa un altro uomo, alto e bello, con un cappello dalle ampie falde, che ansimando in tutta fretta avvicinò le due donne, e gentilmente disse loro dove dovevano andare… (in senso buono 😀 ).
Dopodichè, così come era arrivato, sparì rapidamente, di corsa.
Le due ripresero allora la passeggiata ed oltrepassarono un ponticello vicino a una minuscola cascata.
Quella situazione surreale arrivò quasi a rasentare l’onirico, una volta che finalmente giunsero nei paraggi del Petit Trianon. L’ambiente circostante sembrava privo di vitalità, alla stregua di una scenografia teatrale: alberi piatti e apparentemente immobili, senso di ombra, luce e profondità innaturali.

Al Petit Trianon

C’era una donna seduta nel giardino adiacente alla villa, che stava disegnando, e che ad un certo punto le fissò. Sebbene non particolarmente giovane, era al contempo graziosa ed altera. Indossava un abito antico, scialle verde e cappello bianco. Sembrava impegnata a schizzare su un foglio gli alberi che aveva a cospetto.
Le transitarono vicino per accedere all’edificio.
Durante questa escursione, entrambe le amiche avevano provato una forte ed immotivata sensazione di tristezza, che avevano comunque cercato di non lasciar trasparire, affinchè non fosse di disturbo all’altra.
Terminata la visita, andarono a prendersi un thè all’Hotel des Reservoirs, dopodichè rientrarono in appartamento prima di sera.

Petit Trianon: Tempio dell'amore alla Reggia di Versailles

Il confronto

Passarono giorni, prima che le due insegnanti, entrambe figlie di ecclesiastici anglicani, riaffrontassero il ricordo di quella bizzarra digressione, popolata da individui strani, vestiti in maniera insolitamente antiquata per i tempi, ed inadeguata al clima.
Fu però l’assurdità di alcune discrepanze emerse, a far insorgere dubbi a riguardo di un esperienza che pareva sempre più irreale.
Nel giardino sotto la terrazza nord, dove le donne erano state fissate dalla disegnatrice, nonostante transitando l’avessero praticamente sfiorata, al punto da scansare la gonna al passaggio, Eleanor non aveva visto nient’altro che prato.
Viceversa, mentre erano in un altra area della tenuta, lei aveva chiaramente visto una ragazzina sui 13/14 anni, ed Anne no!

Negli anni successivi, le due amiche vollero tornare altre volte alla reggia, constatando che il parco era completamente cambiato da come lo ricordavano la prima volta.
Le distanze sembravano dilatate. Dove sedeva la disegnatrice c’era un grosso e vecchio cespuglio, dove c’era il palchetto, vegetazione incolta.
Tuttavia, le planimetrie della fine del XVIII secolo rivelano che in antichità la conformazione del complesso coincideva alle loro descrizioni; ad esempio il palchetto con tettoia, il ponticello, la minuscola cascata ed altri dettagli al momento non più presenti, un tempo esistevano!

Le scoperte

Il vestiario delle persone in cui si erano imbattute, corrispondeva a quello in voga all’epoca della rivoluzione Francese. Le vesti e il cappello a tricorno dei presunti giardinieri, appartenevano ad una livrea di utilizzo esclusivo delle guardie.
Con sbigottimento, Anne, scoprì che il ritratto di Maria Antonietta (autore Wertmuller) , riproduceva esattamente, la donna che aveva visto disegnare al Petit Trianon!

Le indagini

Più coincidenze emergevano, e più erano intenzionate ad approfondire le informazioni a riguardo e ad intensificare le indagini. Ciò avveniva in un contesto non particolarmente facile, poichè esperienze inspiegabili come quella, potevano anche rovinare loro la reputazione, soprattutto in ambito accademico, venendo bollate come visionarie.
L’identità dell’uomo percepito come malvagio, venne accostata a quella del conte di Vaudreuil; un nobile di origine Dominicana, abile manipolatore che era riuscito inizialmente ad entrare nelle grazie della regina.
Ma forse la coincidenza più bizzarra di cui si venne a conoscenza, fu che il 5 ottobre del 1789, a rivoluzione già in corso da mesi, Maria Antonietta era intenta a disegnare nel suo giardino, quando accorse un messaggero ad avvertirla del sopraggiungimento di una folla di insorti, raccomandandole di rientrare rapidamente a palazzo evitando la promenade principale.

Anne si convinse che i pensieri e le emozioni della regina, in quel periodo di angoscia e tristezza, fossero stati provati così intensamente da imprimersi nell’ambiente circostante, e da venire in qualche modo percepiti quel pomeriggio da lei ed Eleanor.
Su che cosa si sintonizzarono le loro menti ? Fecero davvero un salto temporale di 112 anni ?

Per placare certi grattacapi, venne eseguito uno scavo postumo in un punto in cui era stata descritta una struttura di cui nei carteggi non si aveva conoscenza storica. Si contava di smentire una volta per tutte la verosimiglianza della versione delle donne; ma proprio lì, rinvennero delle fondamenta di ciò che presumibilmente doveva essere un jeu de bauge

L’esperienza

Abbiamo visitato la reggia come tappa iniziale di un road trip che includeva anche altri palazzi e castelli lungo la Loira, tra cui Chambord, Blois, Chennonceau, Amboise, Villandry e Ussè.
Si tratta di un tipo di itinerario ideale da farsi in macchina: tenendo in considerazione che alcuni chateau sono un pochino fuori mano, raggiungerli in auto vi farà risparmiare tempo e fatica.
Per la scelta dell’autonoleggio potete visitare il portale di Easyterra , che compara per voi le migliori tariffe, così da scovare l’offerta più interessante sia da Parigi che in altri punti di ritiro.

Fra le varie tappe, quella di Versailles, ci è sembrata la più onerosa in termini di tempo: infatti data l’estensione del luogo e l’elevato numero di visitatori quotidiani, consigliamo di recarsi la mattina presto e di dedicarvi l’intera giornata.
Vestire i panni medievaleggianti di Benigni e Troisi nel film “Non ci resta che piangere” dichiarandovi vittime di un salto temporale, non vi garantirà corsie preferenziali… Per lo meno, non per l’antica residenza del Re Sole, forse per le prigioni.
All’interno del parco c’è un piccolo trenino elettrico a disposizione di chi preferisce evitare di percorrere lunghe distanze a piedi, e con la bella stagione è anche possibile noleggiare biciclette, fare un giro su barca a remi nei canali, e svolgere altre attività.

Giardini della Reggia di Versailles

Epilogo

Nei decenni successivi sono seguite altre segnalazioni anomale; come quella nell’ottobre del 1928, da parte della professoressa Clare Burrow e della sua ex-allieva Ann Lambert, che inconsapevolmente vissero in maniera identica la parte iniziale dell’esperienza delle direttrici.
Ed ancora nel 1938 Elizabeth Hatton, nel 1949 Jack e Clara Wilkinson, e nel 1955 una coppia inglese: gente che dichiarò di aver visto, o creduto di vedere, individui di un’altra epoca aggirarsi per i labirintici giardini reali.
Per quanto ci riguarda, anche senza esperienze di retrocognizione, ci sentiamo di affermare che quei romantici giardini permeano di una loro insita magia, che incanta!

Comunque, nel caso in cui doveste vedere in giro qualcuno in abiti settecenteschi, toglietevi il dubbio… domandategli: “Scusi, in che anno siamo?

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18 risposte

  1. Happilyontheroad ha detto:

    Wow, che storia! Le coincidenze sono molte e poi anche il fatto che la stessa esperienza sia stata vissuta da più persone, quindi chissà, magari è vero!

    • Lemurinviaggio ha detto:

      Secondo noi il Petit Trianon conserva tuttora qualcosa di onirico. Con la moltitudine odierna di visitatori è più difficile da percepire , ma ci è sembrato possedere un “vissuto” maggiore di altre parti di Versailles.

  2. Stefania Ciocconi ha detto:

    Storia incredibile! Non ho mai visitato nessuna reggia o castello francese ma amo vedere questi enormi palazzi coi loro splendidi giardini e immaginare come doveva essere vivere lì 🙂

    • Lemurinviaggio ha detto:

      È un’esperienza che consigliamo di fare , e se l’ambiente e le persone circostanti non si “tramutano” spontaneamente, come accaduto in quella bizzarra storia… è proprio la fantasia a portartici a immaginarli come in tempi antichi.

  3. serenadami86 ha detto:

    Che storia!😍non so se siano possibili questi salti temporali o se si tratti di suggestioni o quant’altro,ma che racconto avvincente! Credo che,in ogni caso, sia un luogo carico di energia,di storia e di vita…tanto che sia impossibile non percepirne la potenza. Quindi: viaggio temporale o no, deve essere un’esperienza meravigliosa!

    • Lemurinviaggio ha detto:

      Anche secondo noi è un luogo carico di tanta energia. Poi questa può aver portato le protagoniste dell’episodio a viverne l’esplorazione in modo così inspiegabilmente immersivo, ma più comunemente è di sicuro in grado di trasmettere emozioni nei visitatori che la sanno (più o meno consapevolmente) captare.

  4. Un racconto veramente avvincente, una storia che fa venire i brividi anche se non succede niente di spaventoso in senso classico. In effetti chiedere l’anno in corso può essere un’ottima idea 😉

    • Lemurinviaggio ha detto:

      L’esperienza per loro fu solo un po’ strana. Inizialmente non ci diedero peso, tornarono alla loro routine lavorativa di sempre. Furono i confronti delle chiacchierate successive a indurle a cercare spiegazioni. Forse l’inquietudine può consisitere nel non averle…. oppure è proprio il suo bello! 🙂

  5. Invece dell’anno posso chiedere eventualmente “nove per nove farà ottantuno?” 😛
    Che storia comunque! Dite che nel parco della cugina italiana, la Reggia di Caserta, sia possibile fare lo stesso tipo di giacobbata? 😉 Siete a conoscenza di salti temporali di Ferdinando e Carolina? No perché alla prima giornata di sole ci ritorno subito! E dopo la vostra Lonely voglio anche il vostro libro di storia!

    • Lemurinviaggio ha detto:

      Potrebbe funzionare, ma potresti provare con un conto più complicato, metti che per rispondere estragga una calcolatrice o un cellulare , si capirebbe che è un nostro contemporaneo che si è travestito. 😀
      Il libro di storia sarebbe favoloso scriverlo insieme ad Angela&figli 😉

  6. Bruna Athena ha detto:

    A me manca la visita a Versailles e…mo’ sono proprio curiosa curiosa, perché mi piacciono le storie misteriose!

  7. vagabondele ha detto:

    Caspita che storia intrigante!! Ora sogno di andarci per entrambe : di certo per la location e ancor di più nella speranza di fare anch’io quest’esperienza meravigliosa!!

  8. Rivogliolabarbie ha detto:

    Dovessimo mai visitare Versailles terremo a mente questa storia. Chissà, magari Maria Antonietta si paleserà con in mano uno smartphone, giusto per adeguarsi all’era moderna 😂
    Scherzi a parte, sono storie sempre affascinanti e curiose e il periodo storico le rende ancor più intriganti!

    • Lemurinviaggio ha detto:

      Visto la fine che poi ha fatto, non osiamo immaginare la sfilza di haters che avrebbe! 😀
      In quel posto si è fatta la storia , e anche se un tantino sovraffollato , riesce ancora a mantenere il fascino di quei tempi.

  9. cucinarelestagioni ha detto:

    Che racconto coinvolgente! Nonostante sia stata in paio di volte a Parigi, non ho mai avuto occasione di vedere Versailles, ma con questo racconto era come essere lì!

    • Lemurinviaggio ha detto:

      Quando non si viaggia fisicamente è bello poterlo fare con la mente!
      Siamo contenti che ti sia piaciuto. 😀 Effettivamente a Parigi c’è così tanto da vedere, che nelle prime visite si tende a prediligere le attrazioni più centrali.

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