Miracoli al duomo di San Ciriaco ad Ancona
Al viaggiatore che giungeva ad Ancona via mare, la prima struttura che appariva alla vista, in cima al colle Guasco, bianco come una perla in contrasto con l’azzurro del cielo e del mare, era il Duomo di San Ciriaco.

Eretto sopra i resti di un antico tempio pagano dedicato alla Venere protettrice della navigazione, risalente al III secolo a.c. , venne convertito dapprima in basilica paleocristiana intitolata a San Lorenzo (VI secolo d.c.), e successivamente nell’odierno duomo dalla struttura a croce greca.
Si dice che ogni bambino di Ancona sia salito almeno una volta sulle schiene lisce e lucide dei due leoni stilofori in marmo rosso, che fanno da guardia al portale di entrata della chiesa; uno stringe tra gli artigli un serpente, e l’altro un agnello. Secondo una vecchia usanza, i bambini, accompagnati dai genitori, salivano a San Ciriaco per la festa del patrono (che si celebra il 4 maggio) e venivano invitati ad infilare la mano nelle fauci, come prova di coraggio.

La cripta dei santi protettori
All’interno, una delle parti più antiche e suggestive del duomo è la cripta dei santi protettori, in cui sono conservate le salme di alcuni beati, oltre che dei compatroni San Liberio e San Marcellino; ma soprattutto vi si trova il corpo di San Ciriaco, patrono di Ancona.
Le antiche scritture narrano di come egli a Gerusalemme venne arrestato e costretto a rinnegare la propria fede. Era “pericoloso”, poichè con i suoi miracoli convertiva tantissime persone. Fu percosso, torturato con fuoco ed olio bollente, e gli venne fatto bere del piombo liquefatto.
Nonostante tutti questi supplizi non morì; secondo la leggenda egli sarebbe morto per un colpo infertogli alla testa mentre invocava il Signore.
La salma del Santo fu successivamente traslata e custodita ad Ancona.
Nel 1979 un team di esperti ruppe gli antichi sigilli ed esaminò le spoglie. Incredibili le corrispondenze con la leggenda: pare proprio che quell’uomo sia morto ben sedici secoli prima a causa di un energico colpo subito al cranio, mentre nei tessuti tracheali rimasti è stato rinvenuto del piombo, a conferma del fatto che il contatto era effettivamente avvenuto.

L’immagine miracolosa della Madonna del duomo
Oggetto di particolare venerazione è un dipinto donato al duomo di Ancona nel 1615 da un certo Bortolo, marinaio veneziano che colto da una furiosa tempesta, aveva invocato l’aiuto della Madonna pregando davanti all’immagine.
Secondo la leggenda, le onde del mare gli restiturono miracolosamente il figlio che era caduto in acqua, e la nave riuscì in seguito a trarre tutti in salvo approdando ad Ancona.
Per ringraziamento, Bortolo e tutti i marinai, provati dalla scampata tragedia, partirono scalzi in processione con il quadro, risalendo verso la cattedrale, dove lo lasciarono.
Posto inizialmente in un angolo della cripta, il piccolo dipinto a olio, iniziò a raccogliere tantissimi fedeli, al punto da doverlo collocare in una delle navate principali.
Oggi è nel transetto sinistro del duomo di San Ciriaco, in una delle edicole marmoree del Vanvitelli.

Gli occhi di Maria
Durante l’occupazione Napoleonica folle di persone andavano a chiedere protezione a suo cospetto. In una circostanza, il 25 giugno 1796, quella Madonna dagli occhi semi chiusi, sembrò cambiare espressione ed aprirli; l’evento scosse tutti i presenti e richiamò folle ancor maggiori.
La manifestazione più impressionante si ebbe il 21 luglio 1796 quando la tela si “animò” nuovamente, assumendo uno splendore meraviglioso.
I fedeli, i sacerdoti, il vicario, gli scienziati dell’epoca, esperti pittori, e persino degli anticlericali chiamati in quei giorni a valutare l’accaduto, non sapevano darsi una spiegazione.
Il protrarsi di questo fenomeno, conosciuto come il Miracolo mariano di San Ciriaco, arrivò ad interessare Napoleone in persona.
Bonaparte convocò i canonici. Era intenzionato a bruciare pubblicamente quel quadro; ma quando lo prese in mano ed iniziò ad esaminare attentamente la tela, sbiancò completamente ed iniziarono a tremargli le mani.
Non è noto cosa abbia visto; magari una strizzatina d’occhio? Forse un’enigmatica espressione tipo Monna Lisa? Fatto sta che fece coprire il dipinto, ed ordinò di riportarlo alla cattedrale, contestualmente alla restituzione di quanto saccheggiato.
In tempi meno remoti, nella notte tra il 16 ed il 17 dicembre 1936, il quadro sparì, verosimilmente rubato.
Lo ritrovarono ad Albano Laziale un mese dopo, avvolto in un giornale anticlericale…
Credere o meno alle miracolose proprietà del dipinto della Madonna di San Ciriaco è qualcosa di personale e spirituale, che differisce da persona a persona. Quel che possiamo dire però, è che pur non essendo anconetani… un pochino di quel senso di “protezione” che infonde, lo abbiamo percepito anche noi.