Strade a Maiorca: le più belle da guidare
Un ciclista dalla tutina sgargiante ne affianca un altro. Con un colpetto di acceleratore li saltiamo, sfruttando un momento di visibilità.
Le strade a Maiorca, in particolare quelle di maggiore interesse, sono in ottime condizioni, e la segnaletica direzionale è frequente ed affidabile. Possono comparire talvolta alcune rotonde “multispuntone” a destabilizzare la situazione, ma se una volta entrati, persistono dubbi sull’uscita, è sufficiente fare qualche giro in tondo prima di “accenderla” e “confermarla”… magari chiedendo intanto anche l’aiuto del pubblico o la telefonata da casa.
Guidare a Maiorca
Per l’occasione noi avevamo un suv. Ci era già capitato in precedenza di guidare bestioline del genere, ma mai in una location come questa, dove agilità e maneggevolezza sono fattori determinanti. Sulle prime poteva sembrare avventato sacrificarle, ingolositi da una buona offerta, ma a posteriori non abbiamo rimpianti sulla scelta.
La nostra Seat Arona di appena mille chilometri, nonostante il diesel, il non trascurabile peso, e la sua improbabile rodatura (era nuovissima, profumava di fabbrica!), si è infatti districata benissimo tra i più insidiosi tornanti dell’isola.
Scusate un attimo che passo una bicicletta.
Sotto coppia la Arona non si muoveva nemmeno a farla trainare da dei ciuchini, ma non appena arrivava a regime, schizzava a bomba, lasciandoci di stucco in progressione con le nuche sui poggiatesta.
Questo divario prestazionale fra i bassi giri motore e gli alti, è andato in diminuendo con il trascorrere dei giorni; comportamento che mi ha fatto pensare l’avessimo, come si suol dire, “slegata” noi.
Autonoleggio e le paure del cliente
La signora dell’autonoleggio in aeroporto ha esercitato nei nostri confronti, e in quelli degli altri clienti, una sorta di terrorismo mai visto prima.
Non intendevamo stipulare costose estensioni di assicurazione, che azzerano le franchigie (eventualità per altro prevista solo in alcuni casi e non tutti). Nonostante le continue insistenze abbiamo infatti scelto di mantenere quella base.
“Ma se bucate una gomma sono 200 euro!”; “Ok ma, visti i costi di quel pacchetto, in pratica quasi li si arriverebbe a pagare ugualmente in assicurazione!”
“…e se vi fanno uno sfregino di cinco centrimetros, sono minimo 600 euro!” ; “Ok, staremo molto attenti, ma correremo il rischio”. Siamo sopravvissuti guidando in Paesi pazzeschi, Maiorca non ci sembra poi così tanto anarchica.
Appoggiati a quel bancone, iniziavamo a provare una certa frustrazione, come quando si rimane bloccati dietro ad un ciclista in salita.
Dopo il disbrigo di altre pratiche, ha poi ripreso a farci ulteriori pressioni.
“Se comprate l’extra assicurativo non vi verranno congelati per un mese i 1400 € di cauzione sul vostro conto”; che paradossale situazione dover pagare del denaro, per poter disporre del proprio denaro!
Quando la tirano particolarmente lunga, il passo che va dalla paranoia a sospetti di cospirazione è molto breve:
“E se vi fanno fuori lo specchietto ? E se rovinate la maniglia ?“, ” A Palma rigano le macchine! Apposta eh…”; a questo punto mi veniva quasi da pensare che ci sarebbe venuta a cercare personalmente per farlo…
Insomma, dallo scenario che ci prospettava, sembrava quasi che usciti dal garage esistessero orde di pazzoidi con chiavi, cacciaviti, e martelli pneumatici pronti a sfregiarci intenzionalmente la macchina non appena avessimo saggiato i primissimi metri di strade maiorchine.
La signora non ha però accennato a orde di altro tipo…

Cap de Formentor, il punto di incontro dei venti
La strada che da Port de Pollença conduce al faro di Cap de Formentor (ovvero la PM-221) è una delle strade più famose. I panorami sono fantastici, tra una controcurva e l’altra si rimane colpiti da come la catena montuosa Serra de Tramuntana si getta nel Mediterraneo.
Rallentando nei paraggi di Cala Figuera, è possibile scorgere dall’alto la composizione delle variegate tonalità del mare, con un’acqua che varia dal turchese al blu, passando per gradazioni di azzurro.
Da non perdere il Mirador de Sa Creueta (anche detto di Es Colomer, per l’omonimo isolotto di fronte) da cui mirare ed ammirare suggestive scogliere, ed un’antica torre difensiva fortificata chiamata Atalaya d’Albercutx.
Un monumento ricorda chi nel 1925 ha costruito questa strada panoramica, ovvero l’ingegnere Antonio Parietti.
Egli ebbe il merito di seguire l’andamento naturale dell’impervio territorio, realizzando un tragitto che lo asseconda. Osservando i venti, scelse di creare curve nei punti di maggiore pendenza, e laddove era obbligato a rimuovere parti, ne riposizionava le macerie in tratti in cui servivano.
A proposito di correnti ventose, abbiamo eseguito un piccolo esperimento aerodinamico sui flussi che stagliano il profilo roccioso, azione che ha incuriosito alcuni tedeschi di passaggio, individuando una posizione presso il mirador, in cui a distanza di pochi centrimetri convivevano la quiete assoluta e uno spostamento d’aria notevole.
La carretera termina su un promontorio di 384 metri al culmine della penisoletta di Formentor nel nord est, dove sorge un faro con tanto di terrazzone.
Lì, abbiamo assistito al miracolo del parcheggio.
In mezzo a tantissima gente con gruppi variopinti di magliette uguali, noi eravamo tra i pochissimi senza completo, caschetto e bici; sarà per la prossima! 😉

Sa Calobra, brividi a 270 gradi
Un’altra strada mozzafiato, sia per la guida e i tornanti, sia per lo scenario, è la MA-2141, che dal Coll dels Reis, un passo di montagna (682 metri) vicino ad un’acquedotto, conduce ad una spiaggietta isolatissima a Sa Calobra.
La cosa che ci ha esaltato è che guardandone il tragitto, sembra lo scarabocchio di un bambino! La sua cinquantina di curve secche che scendono fino al livello del mare sono spettacolari.
Per avere pista sgombra abbiamo seguito una pratica già collaudata in altre strade tortuose come Trollstigen e la Eagle Road in Norvegia (che nella fattispecie potevano essere interrotte dalla presenza di camper), ovvero: rimanere fermi ai blocchi di partenza per diverso tempo a seguito del transito di un veicolo prima di partire, così da creare un consistente divario da chi precede.
Consigliamo eventualmente di percorrerla in tarda giornata, quando c’è meno gente. Incontrare dei pullman rovinerebbe l’esperienza.
Non è comunque solo rally. Ci sono diversi punti (predisposti e non) in cui scendere dal veicolo ed inerpicarsi in giro a piedi, per contemplare con ancor più trasporto, il panorama. Anche i ciclisti lo fanno.
Nus de sa Corbata è una delle curve più celebri al mondo, dove la strada girando per 270° si avvolge su sé stessa. Porta quel nome perchè il mitico Parietti (ancora lui) per ridurre gli scavi, nel 1933 si ispirò al nodo di una cravatta.

Più a valle si transita poi attraverso una originalissima strettoia, a scorrimento alternato, tra due rocce altissime.
Dopo aver serpeggiato fra pietre e pendii la strada muore, senza alcuna congiunzione con altre, al porto.
Da lì, proseguendo a piedi oltre alcune strutture di ristoro, si può poi percorrere una rilassante promenade che conduce attraverso delle piccole gallerie pedonali sino ad una caletta bellissima, alla foce del Torrent de Pareis.
Una spiaggia incastonata fra muri rocciosi, è come un’oasi di fronte al roboare del mare.
È lei il gran finale: dopo un capolavoro di strada, un vero e proprio incanto naturalistico!

Difficoltà di guida a Maiorca
Un pochino di paura, questi due splendidi percorsi potrebbero incuterla. Non per la sconsideratezza altrui, come esageratamente prospettato dall’autonoleggiatrice; le vetture in giro infatti sembrano per lo più di altri visitatori, e quindi presumibilmente cauti con ciò che gli è stato affidato, quanto piuttosto per la quota, il vento e i dirupi.
Quelle, sono pur sempre strade di montagna (abbiamo notato pure cartelli di avvertimento per ghiaccio e neve), e possono intimidire. Sono strade che non collegavano una città ad un’altra, ma che erano concepite, già ai tempi, per turismo.
Mentre uno sciame di altri ciclisti blocca il passaggio e crea un lungo trenino di veicoli dietro a sé, abbiamo il tempo di ricordare una simpatica freddura riferita alla temerarietà richiesta nell’aggredire quelle curve a gomito e sfiorarne i muretti/parapetto.
– Un parroco ed un conducente di bus raggiungono le porte del Paradiso. Clamorosamente, di loro, non è il primo a venir lasciato passare, ma il secondo. Perchè ?
Perchè in vita, dei due, è stato l’autista ad aver indotto più persone a pregare! 😀
Ah, quasi ci stava sfuggendo… Mettete in conto la pervasività dei cicloturisti che pedalano in ogni angolo dell’isola. Sarete spesso coinvolti in manovre di repentina frenata, lenta attesa e lesto sorpasso, in un continuum quasi ipnotico.
Noi che non ci siam fatti mancare nulla, un giorno abbiamo persino beccato la MALLORCA 312 , una gran fondo sportiva a loro dedicata, che ha paralizzato la circolazione di varie zone da mattina a sera.
Se amate le due ruote (o anche le quattro motorizzate, come noi) allora questa favolosa isola delle Baleari non può mancare.

Oddio i ciclisti sono ovunque!!! Bell’articolo, per noi che siamo sempre su quattro ruote, in the road per l’Europa, ituo post è davvero utile ed illuminante! A volte informarsi prima sulle strade da percorrere è assolutamente necessario.
Raramente affittiamo le macchine quando viaggiamo. Certo che la signora ha fatto proprio del terrorismo
ragazzi che bello questo racconto, ricco di esperienza maiorchine. I ciclisti allora sono ovunque eheh Quando siamo stati a Maiorca, non abbiamo noleggiato l’auto purtroppo… questo post comunque è molto utile per un bellissimo on the road a Maiorca.
Quando abbiamo noleggiato l’auto alle isole Baleari anche noi ci siamo trovati dinnanzi lo stesso scenario apocalittico con possibili disastri che sarebbero potuti accadere. Non ho trovato guidatore “pazzi”
Sono stata a Maiorca nel 1991 e mi ricordo ancora la strada per arrivare alla Calobra. Ho dato di stomaco non so quante volte e quando sono arrivata alla spiaggia mi sono sdraiata e ho dormito. Poi quando mi sono ripresa, ho visto il panorama e la natura e non volevo più venir via. Ma per le curve, eh! 😉
Quasi tutti i miei ultimi viaggi hanno previsto una macchina presa a nolo… E tutte le volte sottoscriverò tutte le polizze possibili e i pacchetti immaginabili, non di sa mai…
Detesto guidare ma puntualmente mi ritrovo a farlo per esigenza, anche nelle situazioni più assurde! Con qualche ciclista che spunta, immancabilmente, dove non dovrebbe. 😛
Io non amo guidare, ma a Maiorca l’auto credo sia indispensabile. Facendo un po’ di attenzione ai ciclisti creo sia fattibile! Grazie per le info!
I ciclisti si godono le strade e non fanno spazio alle macchine, ti capisco. Ma comunque una bella avventura da vivere