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La Leggenda del Pastore sullo Scoglio

Alle isole Vestmannaeyjar non sono nuovi a radicali cambi di paesaggio.
Dieci anni prima che l’eruzione vulcanica stravolgesse l’isola principale di Heimaey (come abbiamo raccontato in “La Pompei del Nord“) l’unica abitata, l’arcipelago aveva dato il benvenuto a un nuovo nato.
Surtsey spuntò dal mare il 14 novembre 1963 mostrando una colonna di fumo, ed in seguito ad un eruzione che durò per 4 anni, raggiunse un elevazione di 155 metri, ed un estensione di 1,4 kmq.
Se vi interessa occuparla, si stima resisterà all’erosione fin oltre la fine del secolo, ma attualmente è meta di studiosi, per lo più botanici.

La leggenda del pastore
Surtsey – Uno scatto dalla webcam di Icelandic Met Office

Questa si è andata ad aggiungere al complesso di una una trentina di isolette disabitate: in sei di queste vi si trova solamente una capanna-rifugio, mentre le altre sono praticamente composte solo da nudi scogli, frequentate in passato per l’approvvigionamento di uova di uccelli.

C’è però una leggenda, che porterebbe a pensare che non siano poi del tutto disabitate….

Il mito a Sulnasker

Un’isola in particolare, Sulnasker, all’estremo sud ovest dell’arcipelago, che deve il suo nome a una colonia di uccelli marini chiamati morus, è particolarmente difficile da raggiungere anche con mare calmo. Nel giorno propizio, che una volta all’anno veniva scelto dagli abitanti di Heimaey per andare proprio lì a rifornirsi, si celebravano dei festeggiamenti se non si verificavano infortuni o sventure legate all’impresa.
Una ripidissima pendenza rendeva inaccessibile la cima che si protundeva su un angolo dell’isoletta. Nonostante si ritenesse che solo esseri dotati di un paio di ali potessero raggiungerla, due coraggiosi uomini decisero di tentare ugualmente la scalata, e a dispetto della pericolosità, riuscirono ad arrivare in cima.

Uno gridò “Per grazia di Dio sono riuscito a salire!” , l’altro invece gridò “Sono riuscito a salire… che Dio lo volesse o meno!“. Da un momento all’altro l’instabile terreno franò sotto i loro piedi; l’uomo senza-Dio cadde nelle profondità, mentre l’altro venne provvidienzialmente trattenuto da un grosso uomo che lo salvò.
Si trattava del pastore (religioso) di quell’isola-scoglio. In compagnia dell’uomo che aveva precedentemente salvato, costruì un passaggio per la risalita, ad oggi abbandonato in favore di un altro più agibile.

Chi era il pastore

Si dice che l’omone su quello scoglio, venisse talvolta avvistato dagli isolani che navigavano la zona, e facesse loro dei segnali. Segnalava di evitare di andare lì, quando le condizioni non lo permettevano; monito che se ignorato, conseguentemente causava sfighe a quegli intrepidi che volevano provarci lo stesso; se invece faceva segno loro di avvicinarsi, nonostante il tempo sembrasse ostile, d’improvviso giungeva la calma.
L’omone pastore si spostava con una praticissima barca in pietra (ovviamente dagli inesistenti problemi di galleggiamento) che lasciava sulla spiaggia di Sulnasker ; ma di recente non viene più visto… si dice sia ormai diventato troppo vecchio per spostarsi, e si attende l’arrivo di chi lo sostituirà…

Sulnasker

…qualche candidato ? 😀

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14 risposte

  1. SeleScinic ha detto:

    Bè, magari per un mesetto o due di pace… 😉

  2. Non mi candido ma anche io oggi sono stata salvata da un omone dell’isola di “Aruba” 😉
    E il barchino era di pietra pomice evidentemente! 😀

  3. Stamping the World ha detto:

    ehm, no, io per ora non mi candido, lascio a qualcuno più coraggioso l’opportunità! 🙂

  4. robisceri ha detto:

    Dunque, per adesso passo… Però se continuo a leggere certe bestialità sui social, potrei farci un pensierino 😀 Bravi Lemuri!

  5. Rivogliolabarbie ha detto:

    Nessuna candidatura nemmeno da parte nostra 😂 io tendo a soffrire di mal di mare….e la barca in pietra non mi sembra un mezzo molto sicuro e stabile 😅
    Erica

  6. Ehm…. mi dispiace, anch’io passo xD Ma se cambio idea vedo di farglielo sapere!

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