Il mostro del Lagarfljot
Spesso ci siamo chiesti che vita facciano i ragazzi Islandesi che abitano zone particolarmente remote.
Se a livello naturalistico l’Islanda è una terra che offre tantissimo, quelli che vorrebbero però coltivare interessi di altro tipo, conoscere altri coetanei, e provare cose nuove, quante possibilità di scelta hanno ?
È così che, nel bel mezzo di quei panorami incontaminati, abbiamo ripensato a Bjork che raccontava come da ragazzina partisse con la sua tenda e si andasse ad accampare in giro, in mezzo al nulla.
Ad un giovanissimo, tutto quel “nulla” che tanto affascina noialtri, ad un certo punto potrebbe anche iniziare a stare stretto, o per meglio dire, potrebbe diventare opprimente-mente largo.
Nell’est dell’Islanda, nei paraggi di Egilsstadir, ne abbiamo visti aggregarsi all’autogrill: pompa di benzina, tavola calda, uno spiazzo in cui sgommare con macchine, e poco altro per passare la serata.
In fondo la felicità non risiede in cose complicate.
Viceversa, potrebbe risultare fin troppo insopportabile e frenetico il sovraccarico di distrazioni a cui siamo abitualmente esposti noi. Plausibilmente si sono domandati come mai abbiamo scelto di sostare proprio lì, nelle vicinanze del lago Lögurinn, il terzo più grande della nazione, formato dal fiume Lagarfljot.

La Loch Ness d’Islanda
L’aria misteriosa che le sue acque marroncine emanano, oltre a quelle bolle che emergono dalle profondità (facendo sì che raramente si ghiacci), colpiscono da tempi immemori l’immaginario della gente del posto… ed in tempi meno immemori, ben più contemporanei, anche quello dei Lemurinviaggio.
Questa è la Loch Ness d’Islanda poichè da secoli c’è chi sostiene di aver visto un mostro!
Curiosamente, stando a chi avrebbe avvistato una o più gobbe fuoriuscire dalla superficie, le sue sembianze sarebbero simili a quelle di Nessie.
Chissà come mai sono convinti di aver visto una sorta di serpentone d’acqua, e non semplici detriti galleggianti, pseudo murene, o sedimenti inquinati…
La leggenda del mostro del Lagarfljot
Una leggenda locale, narra di una bambina di tanti tanti tanti anni fa, a cui la mamma aveva regalato un anello d’oro. Su suo consiglio, allo scopo di far crescere le dimensioni di quell’anello e massimizzarne quindi il valore, lo aveva riposto tra delle pelli di serpente all’interno di uno scrigno.
Dopo pochi giorni notò che lo scrigno si era crepato, ma quando lo aprì per guardarci dentro, scoprì che era un lombrico ad essere cresciuto; spaventata lo richiuse immediatamente e lo gettò in acqua.
A volte certi investimenti possono anche finire male; per la bambina, il fatto che a crescere a dismisura fosse stata una biscia e non l’oro, deve essere stato un “pacco” piuttosto traumatizzante!
Tempo dopo si venne a sapere dell’esistenza di un enorme serpente al lago, che aveva ucciso sia animali che persone. Si diceva che il Lagarfljotsormurinn, questo il soprannome che gli avevano dato, fosse addirittura in grado di fuoriuscire a riva ed emanare gas velenosi.
Dunque, oltre al trauma, alla bambina si sarà pure aggiunto un discreto fardello in termini di sensi di colpa!
La gente spaventata, fece arrivare due Finlandesi con la missione di uccidere la bestia, e recuperare il metallo prezioso. Questi scoprirono che il mostro non era solo, poichè là sotto, vicino all’oro ne albergava un altro, persino più feroce!
Ritentarono instancabilmente più volte, immersione dopo immersione, ma non trovarono modo di uccidere i mostri, nè di recuperare alcunchè.
Escogitarono però una ingegnosa trappola che funzionò nel bloccarli entrambi: uno rimase incastrato con la coda, l’altro con le pinne.
Da quel giorno i mostri del Lagarfljot non uccisero più nessuno… ma talvolta, quando si agitano, se viene fugacemente vista una qualche loro parte emergere, si dice ciò rappresenti un cattivo presagio.

Belle le leggende del Nord Europa sui mostri marini. Il nostro di Loch Ness islandese mi mancava. 😉
Ciao speriamo che i serpenti non si arrabbiano mai allora, bei posti e leggenda molto carina