In Nomine Itineris: Assoluzione del Compromesso
Compromesso, a questo mondo, significa che non si può avere tutto. Forse si può avere qualcosa.
Con un po’ di bravura, fortuna e parsimonia forse si può avere tanto. Ma se si vuole essere felici, bisogna anche essere capaci di godere di quel che si ha.
Un lusso può già esserlo di suo, il possedere scelta. La possibilità di decidere a cosa rinunciare, contestualmente ad un calcolo per ottenere in un secondo momento ciò che interessa veramente, ha già un certo valore; in contrapposizione ad altri casi in cui invece non si ha proprio scelta: “o così o niente”.
Compromessi in viaggio
Perciò ti organizzi per andare dall’altra parte del globo in voli da una dozzina di ore l’uno, più diverse altre di scalo, rimanendo senza vedere un letto per due notti consecutive, tramite una compagnia aerea abbastanza carente, che rende la traversata ancor più “infinita”: sacrificio che si fa ben volentieri, dato che ciò permette un’avventura di quella portata.
Oppure accetti orari di volo scomodissimi, in aeroporti fuori mano quanto un braccio dell’ispettore Gadget; conscio del fatto che quelle scomodità stanno consentendo la possibilità economica/temporale di visitare un posto nuovo.
O magari pernotti in un posto che non sarà proprio l’ideale, ma che basta e avanza per quel che ti occorre, dato che sapersi accontentare quando serve, consentirà poi di togliersi qualche sfizio in qualcosa di più importante e veramente irrinunciabile.
Se stai facendo quello che ami, non ci sono dubbi: il gioco sta valendo la candela.
Essendo il compromesso un qualche cosa che va “accettato”, indubbiamente implica che non si tratti di una situazione da sogno, ma rappresenta comunque il massimo ragionevolmente possibile, o fattibile, in proiezione futura. È equilibrio.
Sapersi adattare, in una realtà dinamica come quella del viaggio, ė una caratteristica che se non la si possiede innata, la si impara ad acquisire. (E se proprio non la si acquisisce, allora significa che è il caso di coltivare passioni più sedentarie).
Viaggiare infatti è anche accettare. Situazioni, imprevisti, cose, persone.
Infine, va riconosciuto che possedere qualcosa a cui rinunciare rappresenta ugualmente una condizione di fortuna; perchė almeno si ė avuta una possibilità, e la si ė barattata in cambio di qualcosa di ancor più appetibile! C’è chi non ha nulla, nemmeno qualcosa a cui rinunciare.
Questo discorso non vi induca a pensare che abbia abdicato alla nomina Papale, o che viva dentro un container, in conseguenza di insaziabili predilezioni esplorative.
Non ho disertato la convocazione in nazionale per ottemperare a quella che in un altro articolo avevo definito come “la chiamata“.
Tuttavia… ebbene lo abbiamo fatto: sì, abbiamo mangiato al fast food!
Compromissioni al fast food
Come buona parte dei trotterellatori di mondo, siamo anche noi amanti dei prodotti a chilometro zero, della cucina tipica tradizionale, e vogliosi di sperimentare cibi e bevande sconosciute. Realisticamente però non lo si riesce a fare continuativamente.
Il salto al fast food quindi, così come il rifornimento al supermercato, rientra in un contesto di risparmio economico.
Ci sono quelle situazioni in cui ti salva, perchè è aperto quasi a tutte le ore (e sovente ci ritroviamo a mangiare al di fuori di fasce orarie consuete), perchè di solito si fa presto (e il tempo tiranneggia tra una scorribanda e l’altra), dovesse servire si può perfino evitare di scendere dalla macchina.
Allora temporaneamente si arriva a sacrificare un po’ di qualità e di salutismo a beneficio di ciò che c’è da vedere e da fare in loco; rimandando il privilegio del ristorante, con lo scopo di serbarlo per momenti più opportuni.
Come detto, saltuariamente bisogna scendere a compromessi… e in fondo, se lo spirito del viaggiatore sta albergando in una suite dentro di noi, non sono poi chissà quali cataclismi. 🙂
Per me il cibo locale è una componente essenziale del viaggio, anche se cedo spesso alla tentazione del fast food…perché a me piace davvero!!!
Anche se la maggior parte delle volte in viaggio, ci entro perché effettivamente mi salva in alcune situazioni.
E poi, in altri casi, sono riuscita anche a trasformarli in attrazione, come quando ho mangiato il McRaclette in Svizzera o quando ho cenato nel McDonald’s più a nord del mondo a Rovaniemi.
Ficoh, eh?! 😉
Questo è unire utile e dilettevole! 🙂 Certe catene all’estero differiscono per offerta, e può essere l’occasione per provare qualcosa che comunque da noi non ci sarebbe!
Guardando nella mappa dove si trova Rovaniemi non avremmo mai pensato che vi si potesse trovare un McDonald’s! 😀
Il mitico fast food, quello che placa la fame del “siamo appena arrivati e sono con un caffè e una brioche da questa mattina”. Ovviamente si preferisce il cibo tradizionale ma come hai ben sottolineato, talvolta non è possibile. E vogliamo parlare della connessione wi-fi gratuita quando non hai un piano estero conveniente ? 😜
A pensare al codice wi-fi, ci viene in mente il codice toilette! In fase di piccola emergenza ci è capitato di fermarci al fastfood per utilizzare il bagno (a combinazione numerica).
In aeroporto ci abbiamo pure dormicchiato 🙂
(non in bagno eh)
Quando saremo “figli di Berlusconi” allora sì che avremo l’alternativa a supermercati e fast food. Per quello che mi riguarda devo dire grazie se posso concedermi un viaggio. C’è chi non può. Perciò pazienza se non a volte non ci si può concedere piatti locali nei “migliori locali” del luogo.
Quando la coperta è troppo corta, tira di qua e tira di là, qualche cosa rimane fuori. Poter scegliere che cosa, permette di potersi fare ugualmente un bel viaggetto ed una bella esperienza. Secondo noi l’importante è spendere bene quel che si ha: orientando le proprie possibilità economiche e di tempo, su ciò che interessa prioritariamente.
Sottoscrivo tutto! Io poi in merito sono talmente ignorante che vengo a saperlo solo una volta a casa che ho mangiato in una catena 😛 (laddove non appaia la sacra M)
E comunque sono talmente disperata che neanche “dentro di me” dispongo di una suite! 😉
Anche a noi è capitato di scoprire a posteriori che il posto in cui avevamo cenato era una catena, soprattutto le steak house .
Ci sono poi delle volte in cui proviamo intenzionalmente catene che si trovano lì e da noi non ci sono.
Non hai la suite interiooooore ?:D Costruiscila, che oramai è l’unico posto rimasto dove non si paga la tassa di soggiorno! 😀
Ahahah quanto avete ragione, anche io di solito cerco di mangiare qualcosa di tipico anche perché quando sono in viaggio mi piace davvero tanto assaggiare la cucina del posto (ed è effettivamente secondo me una parte fondalmentale del viaggio). Però spesso bisogna appunto fare compromessi con costi e tempi e quindi il fast food ci salva e spesso non è nemmeno così male 😀 oppure bisogna accontentarsi per quanto riguarda i pernottamenti. Ho dormito in alcuni ostelli che “chiudiamo un occhio, e chiudiamo anche l’altro” così evito di vedere cosa mi circonda XD però il luogo visitato mi ha sempre ricompensata di tutto!!
Se succede che per rientrare nel budget, si punta su scelte di pernottamento un pochino più al risparmio del solito, il pregustare ciò che ci aspetterà, contribuisce a vivere con la giusta attitudine tale compromesso, e come dici tu, in casi limite, perfino nel chiudere occhi, naso e orecchi! 🙂
E’ bellissimo poi venire ricompensati dalle bellezze del luogo!! Significa che ne è valsa sicuramente la pena.:D