Il tempio dei Pipistrelli. Goa Lawah!
Migliaia di pipistrelli affollano uno strano tempio nella costa est di Bali, Indonesia.
Il Pura Goa Lawah sorge all’imboccatura di caverne il cui interno non è mai stato mappato, e al contempo si affaccia sull’oceano, dove tantissimi fedeli si ritrovano a portare offerte.
Alla bat-caverna del Goa Lawah!
La particolarità che ci ha attratto sino al villaggio di Pesinggahan, nella reggenza di Klungkung, è proprio la miriade di pipistrelli da frutta che si riuniscono a testa in giù sulla soglia della caverna dove è allestito un altare.
Parcheggiando ad alcune centinaia di metri, nel lato opposto della strada, avremmo voluto affiancare la nostra macchina alla bat-mobile, ma non l’abbiamo scovata.
Il tempio fu fondato oltre mille anni fa, nel 1007, da Mpu Kuturan, uno dei primi sacerdoti ad introdurre l’induismo a Bali; religione che ad oggi prevale nell’isola, ma che in generale, rappresenta una strettissima minoranza in Indonesia, di fede musulmana.
Non aveva un nome, ma nel tempo gli è stato dato quello di Goa “grotta”, Lawah “pipistrello”.
In questo tempio indù si venerano il Dio guardiano del mare, ed il Dio del vento di sudest, che protegge l’isola.
È considerato uno dei sei luoghi più sacri di Bali, punto di riequilibrio spirituale.
La sacralità del Goa Lawah
Secondo gli antichi manoscritti, Shiva inviò Brahma, Vishnu e Iswara a salvare la terra, su cui scesero sotto forma di naga. I naga sono creature mitologiche, rappresentate diversamente a seconda delle tradizioni, ma sostanzialmente dei serpenti giganti con testa di drago.
Uno di questi immerse la testa nell’oceano, facendo evaporare l’acqua in nuvole, la coda diventò montagna, e le squame divennero alberi che formarono fitte foreste.
Si dice che la testa del dragone sia rappresentata dal Goa Lawah, e la coda sollevata, dal monte sacro Agung.
Egli simboleggia l’equilibrio fra i cicli che si susseguono in natura: l’acqua evapora dal mare, ritorna in terra sotto forma di pioggia, per poi riscorrere dalla montagna sino al mare.
Una credenza locale, sosterrebbe l’esistenza di cunicoli della caverna, collegati alla bocca del tempio madre sul monte Agung (ad una ventina di chilometri di distanza), ma che sarebbero crollati a seguito di un grande terremoto nel 1917.
Tantissimi pellegrini frequentano il Goa Lawah. In occasione di cerimonie post-cremazione; vengono a spargere le ceneri in mare, portano un simbolo del proprio caro, e pregano affinchè possa avere una buona reincarnazione.
Dentro la grotta dei pipistrelli
Non è consentito entrare all’imboccatura della grotta. In quanto parte sacra, è accessibile solo ai fedeli.
Comunque, senza disturbare eventuali processioni in corso (sono frequenti, ed aggiungono un tocco speciale alla visita), è possibile vedere i pipistrelloni, e soprattutto annusarli e udirli, anche da qualche metro fuori.
Se al loro ingresso, le grotte contengono guano in abbondanza ed un paio di boa (così dicono), ciò che racchiudano nelle profondità inesplorate, rimane un mistero.
Secondo la leggenda, in quegli antri bui vivrebbe Vasuki, un mitologico re naga (drago/serpente come detto) che indossa una corona, e che si ciberebbe di… pipistrelli! 😀
Jim Morrison, amante di rettili e sciamanesimo, era soprannominato re lucertola, chissà se ha mai avuto a che fare con il “collega”.
Un’altra leggenda narra di acque guaritrici, dalle proprietà miracolose, che scorrerebbero nelle profondità del Goa Lawah.
Consigli per la visita
Il tempio è strutturato in tre parti, e la più interessante è ovviamente quella adiacente alla caverna. Si possono inoltre apprezzare alcune rifiniture in roccia lavica nera molto belle, specie in una parete a tre porte con sopra un pipistrello in oro a dare il benvenuto.
In generale però, la visita è molto breve; a meno che non ci siano cerimonie in corso, per le quali vale sicuramente la pena rimanere più tempo in compagnia dei devoti.
Si può potenzialmente anche rimanere delusi, ma bisogna saper captare l’energia mistica.
Chi ci riesce, nonostante il continuo stridio e l’intensa puzza, secondo noi merita un premio! (Fateci sapere).
Compreso nel biglietto d’entrata c’è un sarong in prestito, non è necessario che ne portiate uno vostro, nè che lo compriate appositamente prima di entrare. Abbiamo notato che gli ambulanti sono particolarmente assillanti, più che altrove; può anche capitare vi regalino qualcosa (collana, braccialetto) prima di entrare, per poi esigere acquisti quando uscite, consigliamo di non accettare nulla.
Questo singolare tempio noi lo abbiamo visitato di giorno, ma considerando che verso sera i pipistrelli se ne svolazzano in giro, ci è rimasta la curiosità di vederlo al tramonto… facciamo invece volentieri a meno, di scoprire se il “regalino” di un pipistrello sulla testa, porti fortuna o no.
So che Kiki non accetterebbe mai, ma a me un luogo così mi piacerebbe davvero tanto vederlo di notte…non sono il principe dei vampiri, ma l’atmosfera dev’essere qualcosa di unico!! 😍
Affascinante e misteriosa la leggenda dei naga…Lemuri voi ne sapete sempre una più del diavolo!! 😘
Grazie! 😉 Dovendo proseguire nel nostro itinerario, non potevamo trattenerci oltre il pomeriggio, ma non ci sarebbe dispiaciuto vivercelo con l’atmosfera crepuscolare.
A tal proposito, fra qualche tempo racconteremo di un posto…. che Kiki sicuramente non accetterebbe MAI di visitare! 😀
Sono rimasta colpita dalla sinteticità e dall’accuratezza di questo post :O e siete riusciti a suscitare davvero interesse nonostante la mia piccola fobia per i pipistrelli xD
Grazie! Ci fa piacerissimo! È anche questo un modo per avvicinarli, senza essere fisicamente lì.
Comunque se si ha la fobia dei pipistrelli consigliamo di non avvicinarsi troppo alla caverna, visto che svolazzano continuamente fuori e dentro; anche mantenendo una certa distanza ci si può godere la bellezza e la particolarità del posto.
Bel post, ma io ho troppa paura dei pipistrelli (anche se, poretti, in realtà sono innocui). Allo zoo di Budapest, senza saperlo (non c’erano indicazioni) mi sono ritrovata in un tunnel blu dove all’interno c’erano dei pipistrelli giganti…che paura!!! : DD
Grazie! In effetti possono anche intimidire. Quelli del tempio erano piuttosto maleodoranti, e già quello può portare a tenersi a distanza… diciamo che in generale forse è meglio non stare proprio sotto 😉
post super interessante, poi io amo i pipistrelli (a differenza di tanti)! Tra l’altro sto giusto cercando di organizzare un viaggio proprio da quelle parti, quindi lo terrò a mente! Anzi, se hai qualche altro suggerimento sarebbe gradito 😉 a presto!
Grazie! Provenendo da Ubud, il Goa Lawah è a circa 50 minuti di macchina; noi ci siamo passati in transito dopo aver fatto Amlapura, dove consigliamo di vistare l’Ujung Water Palace.