Il Rapimento di Sita
Sita è la sposa di Rama, settimo avatar di shri Visnu.
Le cascate Rawana Ella (Sri Lanka), hanno rappresentato per noi il sito in cui più ci siamo avvicinati a Sita; poichè secondo la leggenda, venne tenuta nascosta proprio nelle grotte dietro alle cascate.
Chi era Sita
Partendo da un minimo di anagrafica: secondo la leggenda induista Ramayana, Sita nasce da un solco di un campo arato; viene rinvenuta da Janaka, re di Mithila, che assieme alla moglie decide di adottarla. (In sanscrito, la parola “sita” indica il solco tracciato dall’aratro, immaginatevi di adottare un bambino che trovate in un fosso, e di chiamarlo “Fosso”).
Quando questa diviene maggiorenne, il re indice un torneo; promettendola in sposa a chi riesca a scagliare una freccia dal possente arco di Śiva, in suo possesso. L’unico che riesce nell’impresa è proprio Rama, principe di Ayodhya, grazie alla sua natura divina, mica tutti sono avatar di Visnu!
Se infanzia e maggiore età sono filati più che lisci, lo stesso non si può dire del matrimonio, segnato da alti e bassi: Rama, per problemi connessi al regno di Ayodhya è costretto ad un periodo di esilio nelle foreste di Dandakaranya; Sita, per amore e per dovere, rinuncia agli agi del palazzo reale seguendo quindi il marito nel suo esilio, ed adattandosi a vivere nella foresta.
In un momento in cui Rama è a caccia, la giovine viene rapita da Ravana, re di Lanka, uno dei pretendenti alla sua mano, rimasto a bocca asciutta nel torneo.
Jatayu, re degli avvoltoi, tenta di salvarla, ma viene sconfitto da Ravana, che gli strappa le ali; nella ritirata riesce però a raggiungere Rama e ad informarlo dell’accaduto.

La battaglia con Ravana
Ravana tiene prigioniera Sita alle cascate Rawana Ella, all’epoca circondate da una foresta molto più fitta. Durante la sua prigionia ella respinge più volte le attenzioni del suo potente rapitore, e non vacilla mai nella sua determinazione di pensare innanzi tutto all’onore del marito, sebbene su questo siano insorti successivi dubbi e polemiche…
Ravana inizialmente contrattacca con successo gli eroi che in più occasioni erano stati radunati da Rama per tentare il salvataggio; ma come vuole ogni storia dal lieto fine, la vittoria poi va al prode marito che riconquista (non in senso amoroso, ma nel senso che se ne “riappropria”) la moglie, e ritornano insieme nel proprio regno (nel frattempo era scaduto l’esilio) a banchettare e festeggiare, elargendo ricompense a chi aveva partecipato alla liberazione.
Ma la storia non finisce quì!
C’è sempre qualche guastafeste che sbuca fuori nel momento peggiore: un popolano, infuriato con la moglie infedele, esclama di non essere come il pusillanime Rama, e di non accettare di riprendere con sé una moglie che ha vissuto nella casa di un altro uomo.
Nel giro di poco tempo, Rama si rende conto che parte del popolo di Ayodhya trovi difficile credere che durante la lunga prigionia Sita non abbia mai ceduto alle lusinghe di Ravana.
Pur credendo alla sua fedeltà, si vede costretto ad allontanarla dal palazzo reale; perchè queste calunnie sul suo regno e sulla sua dinastia mettono a rischio la sua posizione di sovrano.
Sita si ritrova ad affrontare così un nuovo esilio, questa volta non per scelta, e per giunta incinta! Trova rifugio nell’eremo del saggio Valmiki, dove partorisce e cresce i gemelli Lava e Kusha, che diventano valorosi e saggi, e una volta cresciuti vengono riaccolti dal padre nella dinastia reale.
Versioni e revisioni
Esistono varie versioni della storia. Nel Kerala (India) ad esempio la si racconta basata sull’antica tradizione indiana per cui i propri nemici saranno reincarnati come propri figli in conseguenza del karma prodotto dalle proprie azioni malvagie.
Una versione più benevola nei confronti di Ravana, all’epoca re dello Sri Lanka, vedrebbe il rapimento che aveva attuato, motivato dal volersi vendicare del fatto che Rama avesse tagliato il naso a sua sorella.
Le Rawana Ella
Le cascate oggi sono bellissime, e colpiscono già da quando le si avvicinano dalla strada. Se lo desiderate poi, potete unirvi alla gente del posto che ci sguazza dentro, proprio nelle stesse pozze dove si dice facesse il bagno la regina Sita, moglie di Rama.
Si dice anche che lì, Ravana, vi suonasse il Ravanastron, uno strumento a due corde ad oggi utilizzato solamente da alcuni suonatori ambulanti indiani.


P.S. a proposito di ambulanti, nell’area ci sono venditori di pietroni colorati che avvicinano gli stranieri. Così come eravamo stati messi in guardia anche noi, sconsigliamo qualsiasi tipo di acquisto, perchè ciò incoraggerebbe a continuare a spaccare altre rocce, e contribuirebbe al danneggiamento del luogo.
La mitologia Indiana è fantastica, bello poi quando le leggende sono legate a luoghi così spettacolari come una cascata…le cui grotte nascoste dall’acqua rappresentano la culla (o “fosso”) ideale per una storia come questa!
Ed ora il commento serio:
c’è talmente tanto materiale da scrivere una fiction bollywoodiana superba!
Già li vedo Arcuri, Garko, Raul Bova e Martufello nel ruolo del popolano infuriato! 😛
Ciao Lemuri!
Il cast è più che perfetto! 😀 Altro che Elisa di Rivombrosa! Alla fine però li vogliamo tutti, Martufello compreso, in uno smagliante balletto Indiano.