Le Sirene di Jeju
Hanno tanti, in alcuni casi tantissimi, anni, ma le loro movenze non ne risentono. In Corea del Sud le chiamano Haenyeo: sono le sirene di Jeju.
Ne abbiamo viste emergere e reimmergersi nelle acque del mar cinese orientale, a caccia di quanto il fondale marino ha da offrire.

Le Haenyeo
Sono donne capaci di notevoli sforzi fisici e con un certo allenamento, poiché si immergono in apnea anche fino ad una ventina di metri di profondità.
È un’attività che svolgono per ore, nella splendida isola vulcanica di Jeju (le Hawaii di Corea), fronteggiando ulteriori insidie, tra cui vento e maree.
Non è insomma la classica attività da signora di mezza età.
Oltre che per la tecnica e l’esperienza si distinguono anche per la loro volontà, determinazione e indipendenza, al punto da aver ribaltato i ruoli all’interno della famiglia, ed essersi assunte l’atavico ruolo di cacciatore.
L’antica società coreana
Tale pratica risale a tanti anni fa, periodo in cui gli uomini venivano tassati per qualunque cosa, e le donne ne erano esenti.
Un modo per aggirare tali pressioni, soprattutto in quelle zone, dove la pesca rappresentava l’unica fonte di cibo, era che fossero le donne a provvedere alla pesca di molluschi, polpi, alghe e crostacei. È così che all’interno delle famiglie, divennero le donne a procacciare fisicamente il cibo mentre gli uomini si prendevano cura di casa e bambini.
Durante l’occupazione giapponese, le haenyeo venivano anche assunte a pagamento, percependo un salario.
Potrà apparire iniquo, ma raccontator non porta pena. Esistevano (e al mondo ne esistono tutt’ora) società in cui si festeggia più volentieri la nascita di un maschio piuttosto che di una femmina.
Nella Corea continentale in passato era così. Ma non a Jeju: nell’isola delle sirene infatti, si auspicava maggiormente la venuta al mondo di una femmina.
Anche per quanto riguarda il sistema delle doti, inversamente al resto del Paese, erano le famiglie degli uomini a pagar dote alle famiglie delle mogli.

Sirene in via di estinzione
Ad oggi le cose sono cambiate, in quanto le figlie preferiscono andare a lavorare in città.
Le quasi totalità delle attuali haenyeo sono over 50 (la più anziana in attività ha superato gli 80), e con il passare del tempo, molto probabilmente, spariranno del tutto.
Abbiamo avuto la fortuna di imbatterci in una arzilla nonnetta.
L’abbiamo osservata mentre ripetutamente prendeva ossigeno a pieni polmoni, si immergeva, e dopo un po’ riemergeva con un bel bottino. Da riva le abbiamo mostrato con soddisfazione il pollice mentre trasferiva ciò che aveva preso nel cestino legato alla boa galleggiante, estraendolo dal suo uncino da caccia.
Sono loro, le haenyeo, uno dei tesori più preziosi dell’isola!
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sono donne incredibili: sembrano fragilissime in superficie ma tostissime in acqua. L’apnea le mantiene giovani. Le donne hanno sempre quel qualcosa in più…
A vederle fuori dall’acqua non si direbbe, considerata l’età… ed invece hanno polmoni d’acciaio ed una certa dose di coraggio!
Un’isola davvero…controcorrente, quella di Jeju!
E le sue sirene resteranno per sempre un tesoro nella cultura locale! 😉
Andrebbero protette come tesoro nazionale! É una tradizione che purtroppo rischia di perdersi nel tempo. Comunque sembra stiano facendo i primi passi in questa direzione, infatti attrezzature come maschere e altro vengono sovvenzionate delle istituzioni.
Miliardi di anni fa, vidi un cartone giapponese (non ricordo quale fosse) che raccontava di donne simili, in Giappone. Mi piacerebbe un sacco entrare in contatto con una tradizione così.