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Guidare a Bali. Guida alla sopravvivenza!

Fra le difficoltà che si presentano nel guidare a Bali, la guida dalla parte sinistra è la minore, specie se già fatta altre volte in precedenza. Sono altri i fattori che rendono la sfida particolarmente impegnativa e che ci portano a non raccomandare un’avventura di questo tipo in esordio ; un po’ come se si trattasse di un esame universitario con propedeuticità. 😀
Il contesto infatti, se vissuto per la prima volta, può shockare.

Nel nostro caso avevamo già diverse esperienze in altri Paesi, e abbiamo voluto così intraprendere anche in Indonesia, quella che è una tipologia di viaggio che adoriamo, on the road.

Il codice stradale

Seguire qualsivoglia indicazione, regola o convenzione a Bali è un optional, la precedenza non esiste, a malapena i fischi continui dei vigili vengono degnati di presa atto della loro esistenza.
Bandierine rosse, sibili assordanti, gesticolate autoritarie, uniformi, non sono sempre efficaci nel frapporsi fra le intenzioni del guidatore e le ipotetiche regole stradali che dovrebbe seguire. Ecco perché, se per esempio, vi doveste trovare in una situazione in cui state pensando “oohh che bello! Lo sbandieratore/fischiatore/omino ci fa passare” , è importante verificare lo stesso, a pieni occhi, che la strada sia davvero sgombra.
La strada non è MAI sgombra.

Traffico nelle strade di Bali Indonesia

Nel guidare a Bali si cercano varchi, spazi e centimetri. È un’entropia che muta ad ogni istante, ed in cui vi tocca continuamente accertarvi che non si tramuti in collisioni. Ci sono motorini ovunque, a destra, a sinistra, (spesso) contromano, e magari pure sopra al tettuccio della macchina qualora si esiti troppo.
Si procede a basse velocità, ma il livello di attenzione richiesto è persino maggiore rispetto alle andature più sostenute di altri posti, perché ci si premura a 360° di schivare tutti, l’ho definita una “guida a radar”. Schivi e ti fai schivare, è un continuo prendere le misure.

Prima di eseguire qualsiasi manovra (anche solo allargarsi leggermente per una buca, ad esempio) si deve avere la prontezza immediata di controllare preventivamente gli sciami di motorini che ti affiancano a destra e a sinistra, sfiorandoti.
Ti stanno a pochi centimetri senza che te ne accorga (salvo “bippata” in sorpasso), quasi incuranti di eventuali sportellate che potrebbero prendersi da un automobilista ancor più incauto di loro.

Guidare a Bali è come stare sulle montagne russe
Tagliare la strada a Bali è normale
Ragazze! Qua ci scappa una frittata!

Non è comparabile ad una grande città nostrana, perché da noi, a parte un più radicato istinto di autoconservazione, un minimo di convenzione è comunque seguita; in Indonesia c’è anarchia pressochè totale.
C’è anche abuso di clacson. Il suo utilizzo è assiduo da parte di tutti, ed è funzionale ad avvertire della propria presenza… vi lasciamo immaginare cosa succeda agli incroci! (Talvolta, a parte suonare, c’è chi attiva le quattro frecce, un carosello continuo).

È legale ?

Ad un certo punto non ci siamo più chiesti cosa fosse legale, ma cosa fosse normale.
Ci siamo ritrovati a nostra volta, a conquistarci la svolta a destra con singhiozzi di dieci centimetri alla volta, utilizzando braccia e gesti come fanno auto e motorini del posto, di fronte a muraglie impenetrabili di veicoli.

Non vi sentiate però al di sopra della legge, perché nonostante l’apparente lassismo, la polizia, quando vuole, multa. E la vista di un forestiero può alquanto ingolosire.
Chi in motorino è senza casco, o chi non ha la patente internazionale corre il rischio di dover, ehm, far passare la voglia di continuare a procedere oltre nel contravvenzionare, facendo accidentalmente comparire delle banconote. A noi non sono capitati inconvenienti del genere, ma sappiamo di sfighe simili incorse a turisti, caduti vittime del “sistema”.
Vista l’imprevedibile parzialità delle forze dell’ordine in tali situazioni, consigliamo perciò di sistemare accuratamente la documentazione; e con la propria condotta stradale, di non fornire il minimo pretesto per farsi spillare soldi.

Motorini che vanno contromano nelle strade di Bali

È qualcosa che fa per me ?

Già al momento in cui abbiamo ritirato la multi ammaccata Toyota, ci siamo chiesti dentro a cosa stessimo andandoci ad infilare. Macchina che, come tantissime altre, presentava innumerevoli segni di gomitate date e prese.

Il noleggiatore nel nostro caso si è fatto rivedere due volte: la prima non accettava carte di credito ( ! ) per il pagamento, e la seconda (il giorno successivo) per essere pagato in contanti.
In entrambe le occasioni gli ho chiesto “ma la patente ?”, e il primo giorno mi ha risposto: “Ho fotografato il tuo passaporto, mi basta quello.”, il secondo mi ha detto: “Se la polizia ti ferma, dagli quella internazionale.”… abbiamo quindi dedotto che ha tranquillamente affidato un veicolo senza nemmeno sapere se chi lo guida sia idoneo o meno a farlo (forse poichè, irresponsabilmente, non sono obbligati dalla legge); insomma, per quanto lo riguarda io avrei pure potuto anche non aver mai conseguito una patente!
Se si pensa poi che con la polizia, pagando, si chiudono due occhi su certe “mancanze”, ci viene da riflettere su quanti, fra gli scatenati in giro, siano realmente abilitati a girare…

Quel che ci è parso, è che lì, non serve. Non la teoria almeno. Regole, norme, convenzioni, eccetera…
È più che altro una questione di pratica, adattabilità, riflesso.
Per quanto mi riguarda, guidare a Bali è stato come un videogame che tiene alta l’attenzione con la comparsa di bersagli improvvisi da evitare, e quindi con una sua parte divertente.

Strani personaggi che si incontrano per strada a Bali, gente che porta qualsiasi cose sui suoi motorini
Sorpassi tra camion in strade a due corsie, pazzi al volante a Bali
Sorpasso fra titani!

Al volante!

Innanzi tutto, niente panico. Altrimenti è già finita.

Domandarsi poi se alle scuole guida locali, insegnino la distanza di sicurezza, o se chi ci attornia ne abbia mai frequentata una in vita sua, è superfluo.
Qualsiasi cosa distolga la mente dal controllare e gestire gli ingombri della macchina andrebbe evitato, compresa la navigazione stessa. Nel guidare a Bali è infatti preferibile che chi vi accompagna, si impegni a determinare il tragitto e a provare a consultare gli sporadici ed enigmatici segnali stradali, sollevando chi è al volante dal determinare percorsi o cercare strade.

Nel nostro caso, Lemu Rina ha sapientemente smarrito la patente prima del volo per l’Indonesia, sancendo di conseguenza i ruoli fissi che avremmo tenuto, senza avvicendamenti. Il sottoscritto alla guida quotidiana di ogni singolo tratto, e lei in ausilio nell’evitare che facessi danni, provando a sfatare il mito che quello sia il ruolo di suocera in postazione sedile del passeggero. Scherzi a parte, è stata cruciale nel dare indicazioni su posizioni geografiche, controllare sfioramenti, e all’occorrenza pure sbracciarsi nell’interagire con gli altri utenti della strada per crearmi un varco, fermandoli.
Chi guida deve evitare e farsi evitare, non ha istanti a sufficienza per consultare un cartello, ragionare e prendere una decisione.

In un Paese come questo, caratterizzato da continue congestioni, dire che la viabilità sia mal gestita è un eufemismo… perciò la pazienza è imprescindibile. Sappiate portarla per tutto: file, caos, negligenze alla guida e menefreghismi altrui. Se lo mettete in conto da prima, vi godrete di più il viaggio.

Specie i primi giorni, prendetevi del tempo per famigliarizzare. È importante procedere per gradi, senza buttarsi subito nella mischia più cataclismica.

Evitate lunghi tratti. Lo stesso numero di km percorsi in Italia ha un peso totalmente diverso di quello in Indonesia, senza considerare che ci si può imbattere con una certa facilità anche in processioni o cerimonie che occupano la strada. Meglio programmare itinerari che non includano tragitti estenuanti.

Le strade a Bali non sono strette… di più! Spesso larghe a malapena per una macchina, vengono ovviamente usate a doppio senso di marcia. Talvolta sono ulteriormente ristrette da cumuli di sabbia che invadono la carreggiata.

Strade strette ma con viste bellissime sulle risaie di Bali

Evitate di guidare a Bali al buio. Lo schivare ed essere schivati a cui alludevamo in precedenza, si complica ulteriormente in mancanza di fonti luminose.

Sconsigliamo anche la benzina in bottiglia, spesso visibile in allestimenti caserecci a bordo strada. È più economica, ma siccome non si sa bene con cosa sia “tagliata”, può rivelarsi anche potenziale causa di ingolfamenti. (Che non saranno poi risolvibili buttando sciroppo per la tosse, diuretici, lassativi o antispastici dentro il serbatoio!).
La vendono, o forse dovremmo dire, spacciano, in due colori che sembrano Gatorade. Ci siamo ben guardati sia dal berla che dal somministrarla alla nostra Avanza, non possiamo però escluderlo per alcuni temerari piloti in libertà particolarmente imbirriti.

Benzina in bottiglia Indonesia

Si parcheggia dove capita, talvolta persino in carreggiata. Quando c’è invece un minimo di regolamentazione qualcuno vi avvicinerà per le canoniche 5.000 rupie… non sempre parcheggiatori ufficiali.

Attenzione (hati-hati!) alle “rotonde” triangolari, che rotonde non sono. Vorrebbero essere degli spartitraffico, e circumnavigarle significherebbe rischiare un frontale.

In montagna e al nord dell’isola le cose cambiano sensibilmente: ho personalmente trovato piacevole la guida quando non si formavano trenini. Nei paraggi di Bedugul ci sono diversi tornanti panoramici, forse non l’ideale con il cambio automatico, ma più “guidati”.
In certi tratti poi, le scimmie a bordo strada hanno impreziosito il tragitto con divertenti coreografie.

Strade di montagna a Bali , direzione Bedugul.

Alternative

Girovagare in maniera indipendente in auto non è decisamente la scelta più gettonata a Bali. Negli hotel in cui siamo andati, finivano per conoscerci bene perchè eravamo solitamente gli unici stranieri a parcheggiare una macchina da loro.
Qualcuno si è perfino stupito che il nostro noleggio non fosse limitato a quell’unico giorno, ma ci stessimo azzardando a scorrazzare per le loro strade per ben 17 giorni.

Abbiamo visto molti scegliere invece i motorini. La riteniamo però un’opzione che limita in termini di bagagli trasportabili, e di distanze percorribili. Senza considerarne la scomodità nei giorni di pioggia, o le conseguenze di una eventuale caduta.

Avere l’autista è indubbiamente più comodo, sicuro e meno stressante. Non sempre però si ha voglia di contrattare, o tempo di cercarne altri tra cui scegliere, ma soprattutto a noi piace l’indipendenza di poter fare come e quando ci pare. In un Paese dove imperversano yoga, meditazione, massaggi, spa e cibi vegetariani, infilarsi nella pazza tonnara stradale, ha rappresentato una specie di giro sulle montagne russe. 😀

Stay safe and have fun!

Tramonto sulle strade di Kuta

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20 risposte

  1. Lucy ha detto:

    Ciao! Ti ringrazio per questo esaustivo resoconto, insieme agghiacciante e divertente! Temo che prima o poi mi toccherà andare a Bali (lo confesso, non mi ha mai ispirata molto, ma non sono molto lontana, quindi prima o poi ci scappa :D) e farò tesoro di tutte queste tue preziose dritte 🙂

  2. Marco ha detto:

    Siete stati ammirevoli. Io quando viaggio in Asia rinuncio all’on the road classico e mi affido ai mezzi pubblici.

    • Lemurinviaggio ha detto:

      Di mezzi pubblici a Bali, come autobus o treni, non ne abbiamo visti, ma in compenso qualche camion con sopra un “carico di gente” sì!  
      L’alternativa è affidarsi a trasporti privati, tipo taxi, o autisti.
      Anche se controcorrente, noi abbiamo scelto di noleggiare un’auto per non rinunciare alla totale libertà.

  3. L'OrsaNelCarro ha detto:

    Ossignore! Una bolgia dantesca, è esattamente questo il girone infernale segreto in cui finiscono gli automobilisti indisciplinati quando schiattano! 😛
    La Multi-Ammaccata Toyota va brevettata eh! 😉

  4. Falupe ha detto:

    Un’avventura nell’avventura! Il modo di guidare presente in genere in tutti i paesi orientali spaventa anche noi che solitamente circoliamo per le strade di Roma. Fino ad ora le strade più “folcloristiche” le ho incontrate in Vietnam. Uno spettacolo attraversarle a piedi.

    • Lemurinviaggio ha detto:

      Vero, anche da pedoni si corrono dei rischi, abbiam visto “fare dei peli” pazzeschi.
      Comunque ce la siamo andati a cercare noi, ed è andata bene. Forse spinti da quel sapore un po’ adrenalinico… 😉

  5. Itinerari low cost ha detto:

    Mi viene l’ansia solo a leggere il post. Mi sembrano le zone dove girano quei filmati in tv tipo ‘Eroi dell’asfalto’ !!! Io chiuderei gli occhi (se fossi il passeggero) iniziando a pregare!! : DD

    • Lemurinviaggio ha detto:

      Sì, è un po’ una gabbia di matti. Ci siamo tuffati proprio perchè ne avevamo voglia, però sulle prime fa impressione, quasi da temere su come ci si sarebbe districati poi nelle settimane successive…
      Per fortuna né guidatore nè passeggero han chiuso gli occhi, lo avessimo fatto, anche solo per qualche istante, non avremmo portato a casa i codoni! 😀

  6. Ragazzi che avventura: abbiamo capito che per guidare in Asia ci vuole coraggio, attenzione, ma soprattutto una grande dose di sedere!! ahahah
    L’immagine di LemuRina poi, che si sbraccia per creare varchi in mezzo al caos balinese è quasi leggendaria! 🙂
    In ogni caso, bentornati Lemuri! 🙂

    • Lemurinviaggio ha detto:

      Il fattore C ! Come ovunque, anche nella sopravvivenza urbana asiatica ci vuole 😀
      Ci si può pure impegnare quanto si vuole, ma se in un grappolo anarchico di motorini e auto becchi lo stuntman, non puoi evitare l’inevitabile.
      Lemu Rina è stata eroica: anche chi copilota, così come chi guida, deve superare lo shock iniziale ed adattarsi gradualmente all’ambiente.
      Grazie , a presto ! 🙂

  7. Giulia Cipollina ha detto:

    Davvero molto interessante!

  8. Laura De Micheli ha detto:

    Ragazzi posso solo dire… Bravi!!! Io, come vi avevo accennato, mi ero affidata totalmente ad autisti privati e continuerò a consigliarlo perché il traffico di Bali e dell’Indonesia in generale è veramente pericoloso. Considerando l’ottimo prezzo degli autisti secondo me vale la pena sedersi e ammirare i panorami senza arrivare a fine viaggio con i capelli bianchi 😂😂 Bravi ancora ragazzi! Chapeau 😘😘

    • Lemurinviaggio ha detto:

      Grazie! :)  Rispetto ad altri Paesi, i driver costano meno, ed è un’opzione adatta a chi sceglie Bali per rilassarsi, senza doversi preoccupare del traffico.
      Noi abbiamo alternato il relax… al gusto per il pericolo!   :D

  9. Veronica ha detto:

    Quanto avete ragione🤣🤣🤣🤣 ho visto tutto questo dietro il finestrino del mio taxi spostandomi da Ubud verso il sud e sono rimasta shockata al traffico e dal modo di guidare 😅 ragion per cui ho preferito non rischiare e continuare ad usare il taxi che tra l’altro non costano nulla😁

    • Lemurinviaggio ha detto:

      Il costo dei driver è molto abbordabile, anche se comunque sia, è fondamentale contrattare perchè partono da cifre quadruplicate come minimo. Chi non se la sente di infilarsi in quella mischia è meglio non lo faccia, perchè per quanto le velocità siano ridotte, il rischio rimane, ed è più opportuno guidi qualcuno del posto.

  10. Simona ha detto:

    Bali mi piace moltissimo, adoro lo yoga, il cibo, i templi le risai ma non il traffico tentacolare che non ti aspetteresti in un’ isola paradisiaca! Complimenti per il coraggio, anche a me piace essere indipendente ma a Bali non me la sono sentita.

    • Lemurinviaggio ha detto:

      Grazie! Noi lo abbiamo fatto in seguito alle esperienze pregresse di altre città asiatiche, seguendo una certa gradualità. Il nostro viaggio era più alla ricerca dell’avventura , ma se lo scopo è il relax , meglio non mettersi al volante a Bali. 😉

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