Le difese del Castello di Fenis
In antichità, la guerra era l’attività principale dell’essere umano.
Buona parte di ciò che faceva anche in altri ambiti, era orientato in tale ottica, ed è piuttosto comprensibile.
In una società in cui non vi era una istituzione super partes che, eventualmente con la forza, potesse garantire la sicurezza e il rispetto delle regole, ognuno doveva fare da sè.
Si era in competizione per l’accesso alle risorse, e con buona probabilità, sarebbe stato il più forte fisicamente, e quindi militarmente, ad accaparrarsele.
Non erano da escludere nemmeno tentativi di invasione e conquista, nei confronti dei quali ci si doveva far trovare preparati, se si voleva essere in grado di respingerli o quantomeno contenerli.
Nel medioevo molti territori erano in mano ai signori del posto, non di rado in contesa con i potentati confinanti; e l’eventualità che un cambio di equilibri potesse pure trasformare talune tensioni in vere e proprie rappresaglie, non era così facilmente scongiurabile.
Abili colpi di diplomazia, per esempio nel concedere la propria figlia in dote ad una casata da “ammorbidire”, potevano anche rappresentare mosse politicamente stabilizzanti; ma a prescindere dagli effetti che gli intrighi di potere esercitavano sullo status quo geopolitico, era comunque prassi stare precauzionalmente sul chi vive.
Le difese del castello di Fenis
In Val d’Aosta, al famoso castello di Fenis, è possibile notare diversi dettagli tipici della vita di quei tempi, che rispecchiano scelte funzionali ben precise, adeguate ad un contesto di difesa preventiva.
I Bauli
Nelle sue stanze, vi è esposta mobilia proveniente da altre aree, pertanto non appartenente al castello di Fenis, (quella originaria fu venduta per ripagare debiti). Una parte è costituita da vari bauli, ai tempi utilizzati parecchio. Erano l’equivalente degli armadi, e delle odierne valigie. La servitù se li caricava in spalla nelle strette scale, e li trasportava laddove i signori necessitassero.
Dunque, oltre al vestiario quotidiano, per così dire “stanziale”, vi erano bauli già corredati del necessario in caso di evacuazione improvvisa.
Qualora fosse stata richiesta una fuga, si era già preparati: valigie sempre pronte!
Le porte
È risaputo che una volta, le persone fossero di statura inferiore rispetto ad oggi. In questo, un fattore di un certo rilievo lo giocano indubbiamente alimentazione e stile di vita, che non raggiungevano gli standard odierni. Tuttavia le porte minuscole non dipendevano solo dalla diversa stazza della gente dell’epoca, ma avevano anche una funzione difensiva.
In caso di assedio, porte particolarmente strette e profonde, obbligavano gli invasori ad accedere uno alla volta, ed in caso avessero delle armature, nella concitazione potevano pure incastrarsi.
Il vantaggio difensivo di poter filtrare ad imbuto i nemici, è evidente: si potevano convergere attacchi di più persone rifugiate nella stanza, su uno stesso, unico bersaglio, con maggiori chanches di successo.
I Pavimenti
Una delle peculiarità del castello di Fenis è che l’altezza dei pavimenti non è uniforme: in alcune stanze è sfalsata rispetto a quella delle altre, e questo con l’intento di confondere un estraneo, che sarebbe potuto rimanere disorientato nel non capire con precisione in quale piano si trovasse.
Tra le caratteristiche che più ci affascinano di costruzioni antiche è che, essendo praticamente prive di vincoli in termini di architettura e di normative, ma sottostando di fatto solo a limiti economici e logistici, si poteva sbizzarrire la fantasia nel costruire passaggi segreti, stanze nascoste, botole (a Fenis se ne vede una a pianterreno), e quant’altro… conosciuti esclusivamente dagli abitanti.
La porta a metà parete
Nella parete opposta ai bellissimi affreschi della cappella, al di sopra di una porticina, se ne nota un’altra sospesa ad alcuni metri di altezza, inaccedibile. Vien da chiedersi come mai.
Può sembrare “sbagliata” o che possedesse scalinate, demolite poi nel corso del tempo.
In realtà era stata intenzionalmente concepita in quel modo: la si raggiungeva appoggiando una scala in legno, che una volta risalita, si ritraeva a sè, in modo da potersi barricare dentro; ciò sarebbe accaduto a sconfitta avvenuta, ad assedio completato.
È l’equivalente contemporaneo di un bunker, o una panic room, in questo contesto l’ultimo baluardo difensivo.
Quel rifugio avrebbe permesso di guadagnare tempo nel negoziare le condizioni di resa, o in alternativa ben peggiore… di allungare l’agonia, se si veniva lasciati morire di stenti lassù.
Il castello di Fenis, con la sua doppia cinta muraria, non fu mai messo veramente alla prova in conflitti.
In seguito alle sventure economiche degli eredi della famiglia Challand, intorno al XVIII secolo finì adibito a fienile e a deposito di mezzi agricoli. Le sue precauzioni architettoniche hanno dunque potuto fungere più che altro da deterrente nei confronti di potenziali atti ostili, e magari da rassicurazione per chi lo abitava.
Oggi si costruiscono edifici (o almeno in teoria si dovrebbe) seguendo l’antisismica, anche laddove non si presuporrebbero scosse di un certo rilievo da sostenere; allora, pur scongiurandoli, si costruiva in maniera preventiva ad eventuali attacchi.
Ahhhh, mi ha fatto sorridere questo castello: tutti questi progetti difesivi e alla fine…ciccia! Scherzi a parte, meno male che non ci vivevo: con la mia goffaggine a causa di quella pavimentanzione mi sarei rotta una caviglia ogni due per tre!
Tra porte da schivare, pendenze inaspettate , gradini a tradimento è un attimo distrarsi e cadere. Per renderlo più accessibile si notano alcune modifiche, come ad esempio una scala in ferro laterale in cui si passa durante la visita.
Che bello scoprire i particolari di difesa degli antichi castelli! Noi eravamo rimasti davvero affascinati da quelli del Castello di Serralunga d’Alba, nelle Langhe.
Ultimamente siamo passati dalla Valle d’Aosta e abbiamo visitato il Forte di Bard. Prossima volta andremo sicuramente a visitare il Castello di Fenis! 🙂
Ci si complementa a vicenda, abbiamo fatto l’uno quello che non ha fatto l’altro. Il forte di Bard non siamo riusciti a vederlo, ma ci piacerebbe visitarlo la prossima volta che torneremo in quella splendida regione!
Un luogo meraviglio della mia “Isola felice” ❤️
Che bello! Pensando alla natura e alla quiete delle montagne circostanti, è proprio un’isola felice!
E quindi dopo tutte queste accortezze nemmeno uno straccio di certificato di collaudo?
Pivelli! Quando poi sarebbe bastato uno di quei sonori e scassa@#zzi Chihuahua 😛
Quando si dice “poca spesa, tanta resa”! 😀 Invece che allevare alligatori nel fossato, mai sottovalutare i piccolissimi ma fragorosi chihuahua!!!
Secondo me i Castelli sono delle costruzioni meravigliose; io ne sono assolutamente innamorata, infatti ogni volta che vado in viaggio cerco di capire se tante le volte ce ne fosse uno nelle vicinanze, per andarlo a vedere.
Anche noi ne siamo affascinati, anche perchè ognuno ha atmosfere diverse! Ci è ad esempio capitato di visitarne una decina nell’arco di una settimana, pensando di aver esagerato… invece c’è venuta ancora più voglia!
Bellissimo questo castello che non riuscimmo a visitare perché chiuso. Avevo letto da qualche parte che si crede sia infestato…avete avvertito presenze inquietanti?😉
Il giro del castello è possibile solo in gruppo con una guida. È molto bello e suggestivo, considerando che a noi ne è capitata una molto simpatica e piacevole da ascoltare. Ciò però non permette “tete a tete” personali con quello splendido luogo, che effettivamente si pensa abbia trascorsi di quel tipo.