Il villaggio (non) abbandonato di Old Perithia
Ovvio, scontato, un classico: quando vuoi trascorrere un weekend romantico in corrispondenza dell’anniversario, dove vai a parare?
In un villaggio abbandonato, composto da qualche qualche edificio decrepito aggrappato al versante di una montagna!

È così che in quel di Corfù siamo finiti a Παλαιά Περίθεια (Palea Peritheia), o se preferite Old Perithia, sulle pendici del monte Pantocrator (tradotto: “onnipotente”), ad infilarci qua e là in qualche rudere.
Questo villaggetto a circa 8 chilometri da Kassiopi e a 420 metri di quota, era l’ideale in epoca bizantina per difendersi dalle incursioni costiere dei pirati, (ed anche di quelle delle zanzare!).
Da un paio di secoli la popolazione, che al suo massimo aveva raggiunto ben 1200 abitanti, gradualmente incominciò a trasferirsi sulle coste. La scuola smise di operare nel 1940, ma il colpo di grazia vero e proprio si ebbe dopo la guerra, in concomitanza del boom turistico nell’isola. A quei tempi solo alcuni anziani ritornavano nella vecchia Perithia per curare casa ed animali.
Visita del villaggio abbandonato
Già all’arrivo, questo villaggio abbandonato, lascia intendere che poi così tanto abbandonato non è.
Stupisce vedere diverse automobili parcheggiate, ed iniziando l’esplorazione, incrociare turisti che passeggiano.
Dopo aver eseguito la nostra “perizia” agli agglomerati composti da vetuste e fascinose strutture, abbiamo “inventariato” qualche decina di ruderi, alcune chiesette (restaurate e non), pochissimi edifici parzialmente agibili (ma chiusi), e ben cinque taverne più che attive!

Da Alkinoos
Noi siamo andati nella taverna più antica di Palea Perithia, (che è a sua volta considerato il più antico villaggio di Corfù); questa, la si riconosce per un alberone enorme (Melikokia) vicino ai tavoli esterni.
Nel 1863 il proprietario convertì la propria casa in taverna, in cui produceva birra allo zenzero e succo di mandorla. Noi abbiamo provato un cocktail che miscelava proprio birra di zenzero fatta in casa e l’amato ouzo; ne abbiamo anche approfittato per assaggiare una pasta fatta con un sugo di cannella e lesso, pastitsada tipicamente preparato in festività corciresi.
All’epoca il gestore si era buttato anche in politica, ricoprendo per circa 40 anni un ruolo equiparabile a quello di sindaco. La proprietà è poi passata da padre in figlio, e gli attuali gestori sono i discendenti.

Palea Perithia
Nei dintorni sono sopravvissute nove chiese, di appartenenza a differenti famiglie del villaggio. Il nome che questo luogo porta, pare proprio alludere alla loro presenza, Peri + Thia = circondato dagli Dei.
Proseguendo nella nostra esplorazione dopo pranzo, siamo giunti all’estremo opposto del paesino, dove un persistente ronzio ha destato la nostra attenzione.
Con la pervasiva tecnologizzazione odierna, si sarebbe quasi portati a domandarsi “Lo senti anche tu ? Dov’è il drone?”; ma in questo caso si trattava del vero e proprio miracolo tecnologico volante della natura: le api!
In una parte distaccata di Palea Perithia si trovano infatti diverse casette di allevamento api per la produzione di miele, curate da apicoltori che a loro volta, da quasi un secolo, si sono passati l’attività di generazione in generazione.
Imperizia esplorativa
Il percorrimento degli acciotolati è in alcuni tratti piuttosto ripido; considerata la natura abbandonata del posto, si cammina su sassi, ghiaia, terriccio, macerie e materiali di vario tipo, pertanto sono indicate calzature appropriate. Come in altri luoghi antichi in Grecia, ad old Perithia non ci sono particolari sbarramenti nè perniciose segnalazioni indirizzate all’incolumità del visitatore: si è completamente liberi di andare dove si vuole, ma va fatta attenzione a non compiere passi nel vuoto. In un edificio ad esempio, si sale facilmente al secondo piano, ma (con imperizia) si rischia altrettanto facilmente di montare su legno fradicio che farebbe cadere di sotto.

Pare che qualcuno stia restaurando un paio di edifici, a giudicare da alcuni aggiustamenti ed abbellimenti in corso; in un futuro non molto lontano potrebbero anche diventare case vacanza.
Ironico come ci siano dei ruderi in vendita, quando la precarietà delle pareti, in caso di starnuto, o di pronuncia a voce troppo alta “Corfù!” (che più o meno potrebbe essere equivalente), rischierebbe di far crollare tutto!
Probabilmente ad avere acora un po’ di valore, non è quanto rimasto sopra (destinato alla demolizione), bensì il terreno su cui giace, sebbene remoto.

Il bello di luoghi simili è che il tempo si è fermato. Unendo questa caratteristica all’isolamento e all’immersione nella natura, ci si sente quasi in una dimensione differente.
Ma è duro l’impatto, quando ce ne andiamo, nel constatare quante automobili in più nel frattempo si siano accumulate; tanto da arrivare a parcheggiare addirittura lungo l’impervia strada che raggiunge il paesino.
Un “intasamento” che ci riporta alla realtà.
A quanto pare, ad Old Perithia, stanno facendo di tutto tranne che abbandonarla!
Bell’articolo grazie. Va anche notato che il motivo della rinascita e della sopravvivenza della Vecchia Perithia è dovuto agli investimenti e ai restauri da parte della coppia anglo-olandese proprietaria del bed and breakfast. Ripulirono il villaggio, misero a disposizione il cartello della mappa e le informazioni e scrissero la “Guida ufficiale alla storia della Vecchia Perithia”. I migliori auguri, Mark
Grazie! 🙂 La sopravvivenza di luoghi come questo dipende molto dall’amore di chi lo cura e lo custodisce. Vedere ciò che è stato fatto, e che si continua a fare, porta alla speranza che un luogo speciale come questo non venga dimenticato.