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A ricordo del Cinnamon Grand di Colombo, e di compagni di viaggio

Una delle cose che ci rimane dei viaggi, quando siamo a casa, è una sorta di connessione con i luoghi che abbiamo visitato.
Riconoscere lo scenario di un film perchè ci si è stati, o un’usanza tipica di lì, un termine usato, un dettaglio, una qualsiasi particolarità di un territorio…
Anche le notizie ai tg assumono un sapore diverso, quando provengono da posti che hai toccato, vissuto, respirato. Le senti più vicine e le comprendi con una consapevolezza maggiore.

La lacrima d’India

Nel giorno di Pasqua, 21 aprile 2019, lo Sri Lanka ha subito una vera e propria ecatombe. Otto attacchi coordinati hanno colpito le chiese a Batticaloa, Negombo e nella capitale Colombo. Presi a bersaglio anche grandi hotel come il Kingsbury, lo Shangri-La, e il Cinnamon Grand.
Centinaia i morti e i feriti.
Ciò accade pochissimi giorni dopo il rogo alla cattedrale di Notre Dame a Parigi, del quale con una celerità sorprendente, nel giro di poche ore le autorità avevano escluso una potenziale origine dolosa. Situazione opposta invece per la cosiddetta “lacrima d’India”, ovvero lo Sri Lanka, in cui è stata palesata da subito la matrice terroristica. Il governo ha imposto il coprifuoco e bloccato le comunicazioni, in particolare via web.

Lakmal al Cinnamon Grand di Colombo

Il Cinnamon Grand, lo ricordiamo molto bene, perchè è lì che stavamo. Si era trattato di un colpo di fortuna per noi, dato che eravamo riusciti a permetterci un complesso enorme e di alto livello come quello. Abbiamo avuto a che fare con il loro staff, molto attento e preparato, nei giorni in cui ci stavamo acclimatando alla capitale.
Ricordo in particolare Lakmal, un cingalese dipendente del Cinnamon Grand che ci ha accompagnati al Galle Face Green, un ventosissimo parco affacciato sull’oceano indiano, con una promenade panoramica che esiste da un secolo e mezzo.
Ed anche la visita al Gangaramaya Vihara, dove abbiamo parlato di sincretismo fra induismo e buddhismo, ed il giro all’Indipendence Memorial Hall, dove abbiamo riflettuto sulla libertà, che nel caso di Ceylon è stata ottenuta nei confronti del dominio britannico.

Cinnamon Grand Hotel Colombo Sri Lanka

L’ultimo suo sguardo che rammento, è stato in una caotica stazione dei treni di Colombo, dove ad un certo punto si materializzò dal nulla per darci una mano mentre facevamo i biglietti per Anuradhapura. Ci eravamo già salutati, ma poco dopo, riapparve in mezzo a quella folla.

Mohamed Azzam alle 8.30 di mattina, in fila al buffet della colazione, ha educatamente atteso in fila con famiglie e turisti, tenendo in mano il piatto vuoto, e poco prima del suo turno si è fatto saltare in aria innescando un ordigno che aveva nello zaino.
Penso a chi per lavoro o per soggiorno si trovava lì, e a chi ci lavorava, gente con cui magari, senza saperlo abbiamo incrociato uno sguardo o scambiato un sorriso.

Raj , cristiano tamil dal furgone verde

Abbiamo perso il conto di quanti autisti che per una giornata, o per una semplice corsa, abbiamo avuto in quel viaggio, in cui non guidavamo noi.
Ce ne sono capitati di tutti i tipi: bravi, scarsi, onesti, furbetti, giovani, anziani, (persino incidenti). Dunque saggiando il repertorio.
Quello che abbiamo preferito fra tutti è Raj, di Nuwara Eliya, che ci ha portati sino a Tissamaharama, vicino allo Yala park. Molto giovane, bravissimo e simpatico con cui abbiamo legato.

All’inizio quel suo appariscente furgone verde fluorescente con una croce enorme dietro ci sembrava strambo; dopo poco tempo a bordo, ci siamo subito trovati bene, e il fare amicizia è venuto da sè. In ore di piacevoli chiacchiere si è parlato di tante cose, famiglia, lavoro, religione, macchine, società, Sri Lanka , Italia…
Con Rajesh abbiamo beccato una fantastica eccezione nell’eccezione. Innanzi tutto è tamil, e lo è proprio in quella zona dell’isola (il Paese è noto per il passato in guerra civile fra tamil e cingalesi), ci ha raccontato cosa significhi esserlo lì; ma soprattutto è cristiano, caratteristica che gli è costata ulteriori persecuzioni. (I cristiani sono il 7% in Sri Lanka).
Un pensiero è andato a lui , alla moglie, alla figlia, ce li siamo immaginati celebrare la festività.
Un altro è andato a coloro, che in quello sventurato giorno di Pasqua, erano andati a Messa.

Galle Face Green a Colombo Sri Lanka

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