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La Cattedrale Di Chartres

Un buco.
Niente più e niente meno che un buco.
Lo fisso chiedendomi chi, e soprattutto perchè, lo abbia fatto; forse lo sto contemplando perchè cose del genere hanno probabilmente qualcosa di ancestralmente mitico ed inafferrabile.
Pozzi e ghiacciaie antiche mi affascinano, così come miniere, grotte e bunker. Ma in scala minore, anche un singolo forellino piazzato in un punto, forse non casuale nella navata laterale ovest, riesce a evocare in me quella sorta di Stendhal per il mistero.
Chi, viaggiatore o meno, possiede quella particolare sensibilità nel ricercare il bello che c’è intorno, mi può capire.
Chi non riesce a capire, forse un giorno ci riuscirà, in un altro luogo, in un altro tempo e a cospetto di altro.

Della Cattedrale di Chartres, una delle più importanti al mondo, non ho guardato ed apprezzato solo il pavimento, che oltre a una strana mattonella fuori posto e fuori contesto (proprio in prossimità del suddetto buco), possiede soprattutto un criptico maxilabirinto composto da una successione di curve e archi di cerchi concentrici, che i pellegrini come rituale percorrevano simbolicamente al loro arrivo.

Ho anche respirato l’aria del passato che ti regala un posto simile, come una sorta di teletrasporto temporale. Il gotico è in ogni linea ed ogni colore, in ogni nicchia ed in ogni vetrata. Sia dentro che fuori.
Il sacro arriva a traspirarti la pelle, guardando la reliquia che vi è conservata: il velo dell’annunciazione alla Madonna.
Le Statue, i dettagli, i sepolcri, i dipinti, le scritte antiche, ogni centimetro ha qualcosa da raccontare, ed è per questo che suggerisco di procurarsi una guida, o di utilizzare l’audioguida del posto.

L’audioguida che noleggiano ha ovviamente anche la lingua Italiana, ma è un po’ particolare… L’accento francaise della speaker spazia dall’informativo, al caotico, al nonsense, al curioso, al noioso, ma soprattutto al doppio senso.
Infatti, in diversi passaggi ho mandato indietro per capire meglio cosa era stato detto, o alluso; e devo dire che mi son fatto grasse risate nel constatare che c’è pure dell’erotismo intenzionale nello stile espositivo!
Spero non cambino quell’audioguida perchè sono spassosissime l’enfasi, il pathos, e quella sorta di interpretazione attoriale: è di suo un’attrazione dentro all’attrazione.

In pochi degnano di uno sguardo quella pietra in terra più bianca delle altre, posta di sbieco nelle lastre che compongono la pavimentazione; i visitatori le passano vicino senza nemmeno notarla, e senza nemmeno soffermarsi a guardare la vetrata adiacente, di Sant Apollinaire, quella del buco.
Ogni anno a mezzogiorno del solstizio d’estate, un raggio di luce filtra da quel foro andando a colpire proprio lì, quella sorta di mattonella fuori luogo e fuori contesto; esattamente su un minuscolo pezzo di metallo che qualcuno quasi mille anni fa ha incuneato, forando la stessa pietra. In questo stesso giorno viene riaperto ai visitatori il labirinto, che normalmente resta coperto da tappeti per quasi tutto l’anno.

C’è nascosto qualcosa lì sotto?

Questo è solo uno dei tanti piccoli e grandi misteri della affascinante Cattedrale di Chartres.

Un buco nella vetrata è una delle curiosità della cattedrale di Chartres

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