Le leggende di Lagopesole e il suo castello
Il castello di Lagopesole, costruito a metà del 1200, è il più vasto in dimensioni fra i castelli federiciani; già da qualche chilometro di distanza se ne percepisce la stazza, tuttavia poi se ne visita solo una parte.
Osservarne i torrioni, assume una valenza totalmente differente, ripensando alle leggende che lo contraddistinguono.

Le orecchie di Federico Barbarossa
A certi complessi non si sfugge proprio: che si tratti di vip o addirittura imperatori, poco conta, è una condizione che dipende più dalla mente che non dallo status sociale.
È il caso di Federico I Barbarossa (figlio di Federico II di Svevia), conosciuto per la folta capigliatura e l’altrettanto cespugliosa barba tendente al rosso; secondo la leggenda si sarebbe rintanato a Lagopesole, lontano da sguardi indiscreti, per meglio celare un difetto fisico che lo imbarazzava.
Le grandi orecchie a punta con cui viene rappresentato simboleggerebbero colui che, dall’alto del suo potere, ascolta tutti, e tutto sente… ma quando iniziano ad assomigliare troppo a quelle di un asino, tale peculiarità può arrivare ad urtare, tanto da ricorrere a provvedimenti estremi.
È così che si dice che al castello di Lagopesole Federico avesse fatto costruire un’apposita botola in fondo ad un corridoio cosicchè il barbiere, che tosandolo gliele aveva viste da vicino, vi sarebbe finito intrappolato.
Al piano superiore è possibile percorrerne uno molto lungo e stretto, ma tranquilli cari barbieri che state leggendo, nessuna botola! Solo alcune finestrelle rivolte internamente alla cappella Palatina, ed altre che rivelano esternamente scorci del panorama lucano.

Se ai più, nulla servì implorare di mantenere il segreto sulle orecchie di Federico, ci fu un giovane barbiere che dopo aver acconciato il re (e quindi viste le orecchie d’asino) riuscì a fuggire incolume con la promessa di non rivelare nulla.
Analogamente al celebre mito greco di Re Mida, il peso del mantenimento del segreto si fece, per il giovane, sempre più pressante, fino a spingerlo ad esternarlo in qualche maniera.
Questi scavò una buca nel terreno, fuori Lagopesole, dentro cui urlò “Federico Barbarossa ha le orecchie d’asino!”.
Ma al successivo crescere della vegetazione, i rumori emessi dal fragore delle canne mosse dal vento, ad ascoltare con attenzione, sembravano quasi pronunciare proprio quelle parole.
Nella splendida quiete del Vulture, ascoltate il vento…
Elena, Manfredi e la favola senza lieto fine
Anche le sorti di Manfredi, il nipote di Federico I Barbarossa, e moglie, sono legate al castello di Lagopesole.
All’arrivo degli Angioini lui venne ucciso; la sua sposa, Elena degli Angeli, venne rinchiusa nella torre, ed i loro figli imprigionati lontani, presso un’altra rocca federiciana: Castel del monte.
Nelle notti di luna piena, la bellissima Elena, che in vita si lasciò morire di inedia, riapparirebbe singhiozzante al davanzale della torre, vestita in bianco. Ancora in attesa del suo amato, proprio in quel luogo in cui passò tanti momenti felici.
Il fantasma di re Manfredi di Svevia, stando alla leggenda, vagherebbe attraverso la vegetazione circostante al castello , vestito in verde ed in sella ad un cavallo bianco, alla vana ricerca di Elena.

Se questa fosse una favola, non avrebbe dunque un lieto fine.
… e se fosse per davvero una favola?
Giambattista Basile, scrittore del XVII secolo, compose molte fiabe a cui in seguito, alcuni fra i più grandi favolisti, attinsero.
In uno dei suoi racconti narra di Petrosinella, una bella principessa, costretta per un incantesimo all’interno di una torre. L’unico modo che aveva di incontrare il suo principe, era quello di calare la lunghissima treccia di capelli affinché lui, usandola come fune, riuscisse a salire; fortissime analogie con la celebre Raperonzolo dei fratelli Grimm.
Nei suoi racconti, Basile traeva ispirazione dai territori limitrofi, e a quanto pare, la torre in cui Petrosinella è rinchiusa è stata proprio ispirata da quella del castello di Lagopesole…

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