Ai Confini del Vecchio Mondo
38°46’51”N 9°30’2”W
È il punto più occidentale dell’Europa continentale. Se vuoi andare oltre, navighi.
Perchè mai farlo? Considerando che in epoca precolombiana, proseguire a ovest significava spingersi dove nessuno aveva mai osato, oltrepassare i confini del mondo, perdere quasi con certezza la propria vita!
Probabilmente, la risposta è insita nell’istinto umano, che brama esplorare, conoscere, superare i propri limiti…
Scrutare l’orizzonte da Cabo da Roca (Portogallo) ha un effetto ispirante; osserviamo l’oceano che ci ruggisce davanti a dissuaderci dal volerne sfidare le correnti, con il forte vento suo amico che martella a lasciar ben intendere chi comanda.
Consapevole della sfericità della Terra, oggi l’umanità sa che proseguire ininterrottamente oltre quell’azzurro non significherebbe finire nel nulla; ma porterebbe al continente americano verso cui, da lì, ci si sente proiettati, tanto che si ha quasi l’impressione di poterlo raggiungere con il lancio di un sasso.

Estremi
Da curiosi amanti di mappe e cartine, abbiamo una certa predilezione per le particolarità geografiche; tant’è che quattro mesi dopo siamo andati a scorrazzare anche nel punto più occidentale d’Islanda, ovvero sino alla scogliera Latrabjarg.
Il picco islandese, che rispetto a Cabo da Roca si trova circa una quindicina di gradi più a ovest di longitudine, è decisamente più isolato e “travagliato” da raggiungere. Richiede diverso tempo di guida, e conseguentemente anche di giornata: te lo devi proprio andare a conquistare quell’estremo!
Piccola impresa che però, per la natura incontaminata ad attenderti, vale lo sforzo. Ci si incanta a guardare i puffin (pulcinella di mare).
Il promontorio portoghese, è invece relativamente semplice da raggiungere, servito dal bus che sosta alla frazione di Colares, nel comune di Sintra. All’arrivo si nota la sparuta presenza di qualche edificio, tra cui una caffetteria con souvenir, che oltre agli immancabili splendidi azulejos, vende degli attestati di visita unici.

Il faro di Cabo da Roca
Data la morfologia territoriale, non poteva certo mancare la collocazione strategica di un faro.
Quello a Cabo da Roca è il più vecchio costruito in Portogallo (1772). Sfruttando il promontorio si erge a 165 metri di altezza sul livello del mare (lui è di 22), facendo in modo che la luce da 3.000 watt arrivi ad essere avvistata fino a quasi una cinquantina di chilometri nell’Atlantico.
Questo faro è stato allacciato alla rete della corrente elettrica solo a partire dal 1980; prima funzionava ad acetilene (un gas), ed è poi stato automatizzato dal ’90.
Fine della terra (ferma)
Un landmark che con un certo impatto ben comunica dove sei arrivato, è l’obelisco, con tanto di croce in cima e di targa alla base, recante scritto: ”Aqui… onde a terra se acaba e o mar começa”, che significa “Qui… dove la terra finisce e comincia il mare”.
È una citazione del famoso poeta portoghese Luis Camoes; contemporaneo della rivoluzione Copernicana e di esploratori come Vasco da Gama, Ferdinando Magellano e Pedro Alvares Cabral.
A tal riguardo, consigliamo la visita al monumento alle scoperte (Padrão dos Descobrimentos) dedicato agli esploratori; si trova a Lisbona, proprio vicino alla torre di Belem.
Dentro l’acquario
Ci affascina ripensare a quei pionieri dell’esplorazione.
Nel farlo subentra un misto di ammirazione, per le gloriose gesta tramite cui hanno espanso i confini della conoscenza umana; ma anche una sorta di “comprensione paterna”… forse perchè in quanto posteri, abbiamo comunque accesso a secoli di informazioni successive, che ci permettono di conoscere risposte, ancora ignote alla gente dell’epoca.
È come se osservassimo l’interno di un acquario, dove chi lo abita, probabilmente si sta domandando cosa possa esistere al di fuori del mondo in cui è racchiuso; noi siamo consci di una realtà più ampia della sua, ma forse non lo siamo, qualora esistessimo a nostra volta in un ambiente circoscritto, di eventuali realtà esterne.
Inconsapevoli tessere dello stesso domino: così come gli antichi si chiedevano cosa si celasse oltre le Colonne d’Ercole, noi lo facciamo nei confronti dell’universo, della vita stessa… e chissà se agli occhi di chi conosce (o conoscerà) queste risposte a noi insolute, appariamo confinati nel nostro piccolo mondo.

Contemplare quella linea all’orizzonte dunque, evoca interrogativi, invoglia a partire, a raggiungerla, a scoprire ed affrontare l’ignoto.
Quel luogo che gli antichi chiamavano Promontorium magnum, ha forse il potere di farci guardare dentro ed appurare se anche in noi, è racchiusa la voglia di esplorare, conoscere, superare i nostri limiti…
Che meraviglia. Il Portogallo continua ad esercitare su di me un fascino incredibile. Per me è il primo bagno nell’oceano Atlantico, a Nazaré, ed è tutta una serie di cose e di emozioni che risalgono a 15 anni fa e che hanno a che fare con “la prima volta che…” Voglio fare un viaggio del Portogallo come si deve, che passi da Cabo da Roca, perché anch’io sono fortemente attratta dai luoghi-simbolo, dai luoghi estremi. E niente, voglio tornare in Portogallo!!!
Il Portogallo è di quei luoghi che anche per noi è in cima alla lista per un possibile ritorno. E se nel primo viaggio siamo arrivati all’estremo ovest, per la prossima ci piacerebbe toccare l’estremo sud del Paese.
Per me viaggiare è superare i propri limiti, talvolta legati a preconcetti, talvolta a paure, ma in ogni caso è sempre un “andare aldilà della propria conoscenza”. Arricchirsi e arricchire nella condivisione. Ognuno di noi ha un proprio Promontorium Magnun, a volte è solo il coraggio di scalarlo che ci limita.
In ogni caso il Portogallo possiede luoghi emblematici, di confine tra terra, mare e cielo, che inducono alla riflessione. Quando nel 2012 siamo arrivati a Cabo de Sao Vicente, estremo occidentale dell’area di Sagres, il contatto con la natura è stato mistico, indimenticabile! 🙂
Bellissimo pensiero! È proprio vero, abbiamo un Promontorium Magnum interiore, e sta a noi voler esplorare l’ignoto uscendo dalla propria zona di comfort. Arricchirsi ed arricchire è il premio che ne consegue, ma si è sempre disposti a superare i propri limiti e paure? Sono le sfide, fra le tante, che l’intraprendere un viaggio racchiude, ed è il suo bello.
Ormai lo sai, sono un’affezionata di questo blog e de tuo modo di scrivere. Da tempo sto pensando al Portogallo come meta e sicuramente Cabo de Roca è inserito nel tour che vorrei fare. Tu rendi la cosa più semplice perchè è come esserci già stata grazie alle tue parole.
Grazie, ci fa un enorme piacere!! Se ami le epoche degli esploratori, la natura e i luoghi tranquilli, Cabo da Roca non può assolutamente mancare 🙂
Le colonne d’Ercole sono la metafora perfetta dei limiti da affrontare e superare. Solo così è possibile conoscere il nuovo e ciò che è sconosciuto. Ecco perché io visiterei il Museo delle scoperte, vicino alla torre di Belem.
Maria Domenica
Assolutamente sì, pensa che quel monumento è uno di quelli che simbolicamente sentiamo molto vicini a noi. Forse perchè nel nostro piccolo, ci sentiamo un pochino esploratori 🙂
Il Portogallo evoca paragoni con la vita reale che fanno riflettere. Viaggiare è scoprire nuovi luoghi ma anche scoprire se stessi e al tempo stesso andare oltre i propri limite e le proprie barriere. Un viaggio questo oltre i confini sia geografici che personali!
Non sono molto lontano da qui, sono in Portogallo e da poco ho passato Lisbona, che fortuna leggere il tuo post! Spero di poter visitare questo luogo fantastico. – Paolo
Ottimo! Approfitta per uscire dalla città e respirare un pochino di quell’epica aria di esplorazione che emana questo luogo! 🙂
Sicuramente se facessi un viaggio in queste zone non mancherei di visitare il faro. Li adoro!
Il più a est dell’Europa continentale ha poi un fascino tutto suo 😉
Capisco bene quello che scrivi e mi ha risvegliato belle sensazioni. Sono a mia volta molto affascinato da questi punti che in fin dei conti non hanno nulla di molto diverso da altri ma sono avvolti da un fascino ineguagliabile. Caponord ad esempio, pur essendo molto turistico mi ha fatto sognare parecchio, o anche il faro di Gamvik, il più a nord dell’europa continentale.
Forse è quella sensazione di arrivare ai confini, di toccare quel punto dove sai che oltre non si riuscirebbe ad andare. I fari poi, con la loro resilienza agli agenti atmosferici aggiungono fascino a punti particolari di un territorio.
Peccato sono stata in Portogallo un anno fa ma non sono andata fin lì. Vedrò di aggiungere questa meta la prossima volta.
È un ottimo motivo per ritornare a visitarlo in futuro! 😀
Chi viaggiava in epoca precolombiana doveva essere di indule forte e avventurosa, immagino. Capisco la diceria. 🙂 Allora non avevano tutte le comodità che abbiamo noi per muoverci, era un vero e proprio viaggio verso l’ignoto.
È vero, oggi con GPS, internet, e informazioni a disposizione su quasi tutto, le imprese esplorative sono legate per lo più al fisico e al coraggio. Ma a quei tempi erano dei pionieri, non sapevano nemmeno cosa trovare (non sapevano della sfericità della terra), per loro potevano essere missioni suicide.
Il Portogallo è la mia prossima meta, standoci poco probabilmente il tempo di visitare Cabo da Roca non lo ho anche se dopo aver letto il tuo post ho una gran voglia di dedicarci almeno una giornata!
È un po’ fuori come posizionamento, per cui richiede del tempo. Se ne avete a disposizione, dopo le bellezze tipiche di Lisbona assolutamente da non perdere, lo consigliamo per una giornata dall’atmosfera epica.
Il Portogallo è una delle mie prossime mete, e sicuramente devo inserire Cabo da Roca. Adoro i luoghi all’estrermità della terra, i fari, i luoghi di mare non troppo turistici-
Nel momento in cui siamo andati noi nella punta più a ovest del continente c’era pochissima gente, ma tieni conto che abbiamo viaggiato fuori stagione. Volendo, vento permettendo, c’è anche un bel sentiero da percorrere.
Il Portogallo è una meta che mi affascina molto e dove, prima o poi, riuscirò di sicuro ad andare =)
Per i tanti aspetti che ci sono piaciuti di quei luoghi, consigliamo vivamente un viaggio in Portogallo 🙂
Per guardarsi dentro e andare oltre bisogna avere una disposizione d’animo che purtroppo non tutti hanno. Ma i veri viaggiatori come voi, ce l’hanno sicuramente.
Grazie! Sicuramente chi viaggia, o lo fa perché già possiede una certa sensibilità, o eventualmente la acquisisce facendolo.
non siamo mai stati in Portogallo anche se ne abiamo sempre parlato….. mii è piaciuto molto leggere il tuo resoconto di viaggio, l’ho trovato ricco di info interessanti
Grazie! Per noi il Portogallo si è rivelato una splendida sorpresa, al di sopra delle aspettative che avevamo.
Sto scoprendo itinerari portoghesi che davvero non conoscevo e sui quali non avevo mai riflettuto. Molto bello il punto in cui vi mettete nei panni di antichi navigatori antecedenti alla moderna cartografia.
Pensavamo di visitare un bel punto panoramico, ma una volta lì, si sentiva nell’aria quella sensazione di esplorazione, avventura, scoperta. Il pensiero è andato automaticamente agli antichi navigatori.
I miei ci sono stati e ne erano rimasti affascinati… ora leggo il vostro articolo che conferma le loro impressioni! Che bellezza, io amo molto i fari e questo di Cabo mi sembra davvero speciale