Il segreto meglio custodito della Scozia
Vi vogliamo rivelare un segreto, non ditelo a nessuno.
Anzi… ditelo a più persone possibili! Ma sappiate che fino a qualche tempo fa, non si poteva sapere…
Nel periodo della guerra fredda non si conosceva la sua esistenza. Chissà nel caso qualcuno avesse sospettato che cosa si celava al di sotto di quella fattoria nel bel mezzo del nulla, quali provvedimenti sarebbero stati presi, quale protocollo avrebbero attuato.
Stiamo parlando di un bunker atomico sotterraneo, ma non di uno qualsiasi. Uno enorme che avrebbe ospitato i capi di Stato maggiore della difesa ed elementi del governo.
Difesa, infrastrutture, telecomunicazioni… In caso di attacco nucleare sarebbe stato comandato e coordinato tutto da lì sotto, e l’organizzazione è impressionante.
C’è solo campagna, ma (paradossalmente) è ben segnalato.
Lungo la strada ci si imbatte con una certa frequenza in enormi cartelli che riportano BUNKER SEGRETO per di qua, BUNKER SEGRETO per di là, BUNKER SEGRETO ci sei quasi… Benvenuti al BUNKER SEGRETO!
(Ironico che l’uomo allo shop ci abbia domandato come siamo venuti a loro conoscenza).
Dentro al bunker segreto
È diviso su due piani, entrambi delle dimensioni di un campo da calcio sovrapposti uno all’altro, ad una profondità di 30 metri.
Dopo aver sceso una scala, si percorre un tunnel di circa 150 metri in discesa, costituito da muri spessi quasi mezzo metro. Si passa una guardiola e si varca un portone metallico dalle enormi ante da mezza tonnellata l’una.
Da lì in poi la protezione si fa seria, in mezzo a muri spessi tre metri, rinforzati con barre di tungsteno. È come stare dentro una specie di gigantesca gabbia di Faraday.
Il complesso fa parte del sistema ROTOR, una serie di bunker nascosti nel Regno Unito.
Costruito nel 1951, fu occupato (dal 1953 al 1956) dalla Royal Air Force, dopodichè dai Civil Defence Corps, mentre a partire dal 1968 fece da quartier generale per il governo regionale.
È stato desecretato solo negli anni ’90. La scritta sulle porte d’accesso avverte dei suoi trascorsi con un significativo: “Oltre queste porte, per più di 40 anni, vi era il segreto meglio custodito della Scozia”. (Tipo: lasciate ogni speranza, oh voi ch’entrate).
Immaginiamo scienziati, tecnici, militari e autorità accedervi indaffarati (ed in alcune aree potevano farlo solo con un pass).
Una sala molto grande, a due livelli, rappresentava una sorta di quartier generale dove venivano localizzati ed analizzati eventuali sganci di bombe, misurando potenza e pressione delle detonazioni; informazioni cruciali per poter organizzare le evacuazioni sul territorio, e coordinare l’approvvigionamento di cibi e medicinali.
Affascinante anche la sala strategica in cui venivano prese le decisioni relative ai contingenti in superficie; dotata di mappe, lavagne, tabelle, e quei pannelli trasparenti su cui scrivere, come se ne vedono nei film.
Le sale radar adiacenti da cui veniva monitorato lo spazio aereo, fanno proprio pensare alla guerra.
E poi, uffici con telescriventi per messaggi sia in codice che in chiaro, ed ingarbugliatissimi centralini da 2800 connessioni esterne e 500 interne, sempre operativi.
Mangia, Prega, Ama
Aldilà degli ambienti ad utilizzo strettamente esecutivo, anche quelli destinati all’abitabilità di un luogo artificiale del genere, mostrano caratteristiche interessanti. Ci sono una cucina ed un salone da pranzo, che ospitano una caffetteria tutt’oggi in servizio.
Ai tempi, come in ogni rifugio, le razioni di cibo, viste le difficoltà di conservazione, sarebbero state essiccate, o in scatola, o pre impacchettate, per poi venire stipate in ogni spazio disponibile, persino sotto ai letti.
I 300 elementi del personale utilizzavano sei dormitori, i cui criteri di suddivisione erano staff: junior/senior, e genere: uomini/donne.
Non avveniva però mai in contemporanea.
Rimanevano in costante allerta 24 ore al giorno, lavorando in turni da 18 ore con 6 di sonno (là sotto non c’è giorno/notte), per cui vigeva il “hot bed principle”, ovvero si turnavano i letti, che praticamente rimanevano sempre caldi. (Può avere i suoi pro, considerando che laggiù è piuttosto “fresco”).
Il segretario di Stato ed altre autorità invece, avevano i propri alloggi personali.

E qual buon bunker atomico che si rispetti non possiede una stanza insonorizzata con tanto di mixer e microfoni ? Non si tratta di una sala prove in cui svagarsi, ma di un vero e proprio studio radiofonico, gestito dalla BBC!
In caso di guerra nucleare tutti gli altri canali sarebbero stati soppressi, lasciando posto alle comunicazioni di emergenza sul network nazionale; da quello studio avrebbero quindi diramato via radio allerte di bombardamenti.
Bollettini e informative sarebbero andati in onda ad orari predeterminati ed avrebbero avuto un contenuto breve e specifico, in modo da permettere risparmio di batterie agli ascoltatori che si sarebbero sintonizzati solo nei minuti di interesse.
In fondo al piano sottostante si arriva ad una cappella tutt’ora consacrata. Non era stata concepita nel progetto iniziale, venne allestita in un secondo momento.
Due giovani sposini locali vi si sono sposati poco dopo l’apertura nel 1994. Carina la foto della sposa sorridente con in mano la cornetta telefonica rossa (che sarebbe predisposta all’avvertimento di un’imminenza missilistica…)
Pericolo Costante
Alcune stanze sono state riconvertite ad altre funzioni, in due ad esempio fanno proiezioni.
Si tratta di filmati informativi d’epoca che spiegano come comportarsi in caso di attacco e come gestire il successivo fallout.
In realtà nessuna di queste direttive avrebbe potuto garantire la sopravvivenza; ma avevano un effetto calmante sulla popolazione che conviveva con la costante minaccia di attacco nucleare.
A proposito di costanti minacce, avevamo notato dei cartelli alle pareti dei corridoi che ad un primo sguardo avevamo creduto relativi alla guerra fredda, al pari di altro materiale storico apposto in giro.
RUN – HIDE – TELL: Correte (non arrendersi o negoziare, non è una rapina), nascondetevi (evitando il confronto, silenziando il telefono), chiamate aiuto (telefonando alla polizia).
Ad uno sguardo più attento si tratta invece dei comportamenti da tenere in caso di attacco terroristico armato; come ci è capitato poi di rivederne in altri luoghi visitati in Scozia.
Ogni epoca convive con le proprie paure; allora era lo scoppio di una terza guerra mondiale, che sarebbe potuta culminare a bombe nucleari, oggi è l’eventualità di attentati terroristici.
Quel cartello ha risposto per le rime a quanto inconsapevolmente avevo detto scherzando pochi minuti prima: se a qualcuno venisse voglia di lanciare bombe atomiche proprio in queste ore, ci stiamo trovando nel luogo più adatto per affrontarle.
Ma al terrorismo non ci avevo nemmeno pensato.
Stanze TOP SECRET nel bunker
Una stanza, ancor oggi, è segreta.
Se la quasi totalità della struttura è declassificata, la stanza dietro ad una porta con scritto “PRIVATE” ancora non lo è, poiché, a quanto indicato, conterrebbe informazioni tutt’ora classificate.
Ce n’è poi un’altra, munita di tastierino numerico per l’accesso, dove un tempo dormivano gli ufficiali di alto rango, che è attualmente adibita a particolari controlli di sicurezza: c’è sempre qualcuno ad ogni ora, in ogni giorno dell’anno.
Sarà mica che: ok, non nascondiamo più il bunker, però lasciamo lo stesso qualcuno a presidio là sotto, con procedure ben precise da (eventualmente) eseguire, che non si sa mai… ?
Chissà quali segreti ancora custodiscono.
La gattina Cleo, con un elegante collarino con cuoricino rosa, bazzicava proprio una di queste aree top secret… lei abita lì, di cosa sarà a conoscenza?
Abbiamo continuato il nostro giro visitando altre parti di utilizzo specifico, come le caldaie, il generatore di energia… i bagni (funzionanti).
Ci ha stupito come fosse inaspettatamente minuscolo, una sorta di sgabuzzino, quanto messo a disposizione del medico!
Visitare il bunker segreto
L’accesso costicchia, anche in raffronto ad altre entrate che mediamente sono altine in Scozia, ma mica si vorrà infilare il naso in ambienti segretissimi per due lire… pardon due sterline?
È possibile avvalersi di audioguide simpaticamente somigianti a dei contatori Geiger o semplicemente limitarsi ai diversi pannelli informativi in corso di esplorazione.
Non è molto adatto ai bambini; e sebbene gli ambienti non siano particolarmente angusti, anzi in certi casi relativamente spaziosi, non è indicato nemmeno ai claustrofobici.
Comunque, visto quanto spesso il sole in Scozia latita, è un’attività di qualche ora che si presta benissimo a giornate di pioggia.
Se ad Hiroshima avevamo riflettuto sugli effetti devastanti delle radiazioni, questa visita al secret bunker scozzese ci ha portato a riflettere su quanto esso non solo rappresenti un vero e proprio pezzo di storia che fu… ma anche di storia che avrebbe potuto essere.
Le tecnologie cambiano e si evolvono. Fintanto che questo luogo ne ha rappresentato l’apice, è rimasto occultato alla popolazione ignara. Chissà cosa esiste di equivalente oggi, di cui attualmente non sospettiamo minimamente l’esistenza.
Ad un certo punto una voce che usciva da casse gracchianti ha annunciato che in giornata avrebbero chiuso un’ora prima.
Aiuto! Forse è partito l’ordine da Cleo?
Il segreto non finisce qua, abbiamo raccontato anche di altri bunker
Se volete leggere di esplorazioni in altri bunker, non perdetevi l’articolo su un bunker abbandonato a Taiwan. Una base abbandonata con un retroscena piuttosto inquietante, ed una disavventura finale in cui siamo incappati.
Per gli appassionati di storia, cliccate il link di seguito per leggere della nostra visita a ciò che rimane del bunker di Hitler. Nelle foreste polacche è possibile visitare un luogo di particolare rilievo legato alla seconda guerra mondiale.
Questi luoghi sono al contempo affascinanti e inquietanti. Ne esiste uno simile anche in Italia, a San Marcello, provincia di Pistoia, sull’Appennino Tosco Emiliano. La SMI, una fabbrica del posto di forniture militari, aveva realizzato durante la II guerra mondiale per i propri dipendenti dei rifugi enormi ed altamente tecnologici… visitati oggi fanno impressione per la modernità ma anche per lo spirito con cui le persone dovevano entrare lì dentro. Penso che anche tu abbia provato la stessa sensazione in Scozia!
Questo luogo è interessante da scoprire e allo stesso tempo inquietante. Un luogo per difendersi, ma anche quasi una “gabbia” per chi ci doveva lavorare. Sicuramente merita la visita per la storia che racconta e per le riflessioni che fa nascere. Un luogo di contrasti. Grazie per averne scritto!
Mi piacciono molto questi luoghi così impregnati di storia. Ultimamente sto visitando anch’io più gallerie e rifugi che luoghi all’aria aperta!!😅Ma chissà cosa ci sarà dietro quella porta??🤔😆