Borghi più belli d’Italia da visitare in provincia di Fermo
Le Marche includono una grande varietà di borghi storici, alcuni dei quali, annoverati tra i Borghi più belli d’Italia.
Ne abbiamo visitati quattro, nella provincia di Fermo, che per la loro pace e le loro tipicità si prestano benissimo al turismo slow. Se cercate destinazioni per weekend romantici, questi borghi fanno per voi!
Petritoli, il paese dei matrimoni
Petritoli si propone come wedding destination, ed in tale ambito è molto conosciuta all’estero, attraendo turismo matrimoniale nell’area.

È in allestimento una mostra a tema matrimoni con in esposizione bellissimi vestiti d’epoca, e come ci ha illustrato personalmente il sindaco, esporrà anche fotografie sia del passato del borgo, sia del suo presente poiché ve ne sono di particolari con sposini in varie location del paese.
Dopo aver acceduto al centro storico attraverso gli iconici tre archi (del XV secolo) in stile gotico, la passeggiata offre una varietà di scorci suggestivi.
Lungo il corso principale, un edificio cinquecentesco attira l’attenzione, palazzo Fabiani. Sulla sua facciata presenta una enorme circonferenza tutta bianca, questo poiché essendo stato sede del Palazzo Comunale, conteneva l’orologio del paese.
Abbiamo conosciuto chi lo abita, il signor Giancarlo, il “padre Ralph” di Petritoli, come ama definirsi, per via dei tanti matrimoni che ha celebrato con rito civile. Nella storica stamperia che avviò suo nonno è oggi possibile osservare da vicino presse e macchinari, tra cui un rarissimo torchio manuale in ghisa.
Uno scenario piuttosto romantico per i matrimoni è il teatro dell’Iride, dall’atmosfera raffinata. Al Bano in persona, durante una visita volle sparare un acuto dei suoi, rimanendo poi alquanto colpito dall’acustica.

La torre civica di Petritoli e le sue interpretazioni
La torre civica, costruita sulle fondamenta di una antichissima chiesa, mostra alcune peculiarità.
Osservando come si slancia dal basso all’alto: inizia a forma quadrata, poi prosegue con forma rettangolare, quindi ottagonale, poi circolare, terminando con forma sferica.
La parte del quadrato richiama i 4 elementi, terra, acqua, aria, fuoco; dunque rappresenta la materialità, l’essere ancorati alla materia.
Si allunga e diventa un rettangolo, che poi si smussa fino a diventare un ottagono, che è il simbolo della resurrezione (a pianta ottagonale lo sono anche i battisteri).
L’ottagono si smussa ulteriormente fino a diventare cerchio ed infine sfera, che è il simbolo della perfezione.


Il succedersi di queste cinque forme geometriche rappresenta un movimento che va dal basso verso l’alto, dunque un’elevazione; a tal riguardo coesistono interpretazioni differenti.
Da un lato vi è chi le attribuisce una elevazione spirituale, si ascende dall’ignoranza (spirituale), verso Dio.
Dall’altro, considerando che è una torre civica, è assai probabile che chi lavorò al progetto, fosse affiliato alla massoneria (molti Petritolesi che combatterono per l’unità d’Italia ad esempio aderivano alla carboneria), e che questa elevazione sia piuttosto di carattere intellettuale.
In tal caso il quadrato rappresenterebbe sì l’ignoranza, ma intesa come non conoscenza, e la sfera rappresenterebbe la perfezione, la luce, ma del sapere. Inoltre, gli archi non sono a tutto sesto bensì a sesto acuto, ricordando il triangolo isoscele, classico simbolo massonico.
Come sarà possibile vedere alla mostra sui matrimoni, la torre civica è una delle location scelte dai futuri sposi per le foto.
Indubbiamente però, è l’Orto dell’Asilo, con il suo terrazzamento panoramico dietro l’ex monastero delle clarisse a rappresentare un classico in assoluto per celebrazioni, cerimonie e festeggiamenti.

A nozze con li “carrozzi”?
Comunque ci teniamo a raccomandarci con lo sposo, affinché si comporti bene! In caso contrario sappia che la prima domenica dopo ferragosto a Petritoli si tiene la Corsa co’ li carrozzi. Dei prototipi in legno, simili a bob con le ruote, sfrecciano per le discese ciottolate del borgo, in un adrenalinico scontro fra contrade. Vale dunque la rivisitazione del proverbio: “Sposo avvisato… mezzo salvato!”.
Per altre informazioni puoi consultare: I Borghi più belli d’Italia – Petritoli.
Moresco, il piccolo bijoux del Fermano
Moresco è piccolissima, un gioiellino. È un borgo con cui si entra in intimità.

Lo stemma di Moresco ha tre torri, poiché rappresenta quelle che anticamente possedeva. Oggi ne sono rimaste due: la torre eptagonale, così chiamata per via della sua forma piuttosto peculiare, e la torre dell’orologio, che sovrasta la vecchia porta di accesso al castello.
Sono entrambe visitabili, con vedute differenti del borgo e di piazza Castello; abbiamo risalito la Torre eptagonale (XII secolo), quella da cui uno dei sette angoli punta alla dimora della Sibilla Picena, ovvero il Monte Sibilla.
Anche dal punto più alto del borgo è possibile apprezzare l’incantevole panorama circostante, comprendente la valle d’Aso; ad occhio, si può notare l’allargamento prodotto nel tempo dal fiume, sino a giungere poi allo sbocco sul mare. La posizione di Moresco era indubbiamente strategica anche dal punto di vista militare in periodo medievale, per la realizzazione di una roccaforte.

Curiosità: a testimonianza di come doveva essere una volta l’aspetto dell’insediamento urbano, da un dipinto che ne mostra le fattezze, si è dedotto che le merlature della torre furono aggiunte in tempi successivi.
Le Marche possono vantare una notevole varietà di teatri storici; anche diversi comuni con pochi abitanti ne possiedono uno.
In tal senso il piccolo teatro Santa Sofia di Moresco ben rappresenta questo genere di patrimonio. L’affresco trecentesco sulla parete interna rivela come in antichità fosse una chiesa; oggi è utilizzato per le iniziative culturali al coperto del paese.

Arte nell’incantevole borgo di Moresco
Una vera perla è la chiesina appena sotto al borgo storico di Moresco: la chiesa di Santa Maria dell’Olmo (o anche Madonna dell’Olmo).
Contiene un’edicola in stile gotico realizzata da Vincenzo Pagani, pittore del XVI secolo.
Rappresenta la crocifissione di Gesù, in cui si scorgono due angeli che raccolgono il sangue versato dalle ferite, ed in basso San Giovanni, l’Addolorata, la Maddalena e San Pietro.
L’inusuale modo in cui divide la navata è dovuto al fatto che nacque dapprima l’edicola votiva, ed in tempi successivi, per proteggerla, i fedeli vi costruirono intorno una chiesina che la inglobò!
Nel 1521 fu poi affidato l’ampliamento e l’affrescatura al Pagani. È tuttora consacrata, ed in occasioni speciali si tengono cerimonie.

A Vincenzo Pagani sono anche attribuiti l’affresco di una Madonna, posto sotto un porticato della suggestiva piazza Castello, ed una pala d’altare raffigurante il piccolo Gesù benedicente, in braccio a Maria, il cui originale proveniente dalla Madonna dell’Olmo è oggi esposto in sala consiliare.
Vino in anfora!
Nel nostro itinerario tra i borghi romantici in provincia di Fermo, abbiamo avuto l’opportunità di visitare anche Castrum Morisci, una cantina locale di vini recentemente premiata.
La particolarità, che può anche essere toccata con mano, vista con occhio, e soprattutto assaggiata con gusto, è la fase produttiva.
Oltre ai vini prodotti con metodologie tipiche, ve ne sono di conservati in delle anfore, che ricordano quelle degli antichi Romani; la forma dei recipienti infatti permette, nel lungo termine, un lento movimento delle componenti, che si rimescolano.
Questa caratteristica, combinata ai materiali utilizzati, gioca un ruolo importante nella determinazione delle tonalità di sapore che il vino assumerà.

Alla salute!
Altri dettagli a disposizione su: I Borghi più belli d’Italia – Moresco.
Servigliano, un borgo originale e… ideale
Servigliano è atipica perché, se i borghi generalmente sono arroccati al di sopra di un rilievo collinare, questo piccolo comune del Fermano sorge su una piana. È dunque un borgo storico, ma che praticamente possiede i vantaggi logistici di una piccola città.
D’altronde, come si dice, “le Marche sono plurali”, racchiudono una moltitudine di caratteristiche.

Inizialmente l’insediamento si trovava altrove, in un’area collinare adiacente, ma nel 1771 in seguito ad una frana crollò tutto.
Con il patrocinio del Papa, si scelse di ricostruirla nel punto attuale che corrisponde a dove anticamente si estendeva un ampio prato di fronte al convento dei Frati Minori Osservanti. Era uno spazio che veniva adibito ad importanti fiere di merci e bestiame.
Osservando l’architettura urbana di Servigliano (il cui nome deriva da Servilius) se ne coglie l’ispirazione romana. È costituita da un cardo e un decumano: da porta a porta in un asse, e da chiesa a porta nell’altro. Balza inoltre all’occhio come la pianta del centro storico assuma una forma quadrata, scomponibile in sottoquadranti dalle precise proporzioni, caratteristiche che le valgono l’appellativo di “città ideale”.
Il perimetro un tempo era cinto da casette dotate di apertura esclusivamente verso la piazza interna.


Tutto ebbe inizio con un sogno
Se per l’epoca era alquanto inusuale sviluppare l’abitato in collocazioni simili, come mai prima della rifondazione di Servigliano già preesisteva un minuscolo nucleo proprio lì?
Ebbene, pare che una veggente abbia avuto una visione: per salvarsi dalla peste si doveva realizzare un’opera religiosa esattamente in quel punto.
Godeva di una certa reputazione poiché, non solo le diedero ascolto, ma il vescovo di Fermo
avviò addirittura un’istruttoria constatando che era degna di credibilità, e la sua visione venne certificata dallo Stato Pontificio.
Perciò se già vi era una chiesa da cui poi si espanse una comunità, probabilmente lo si deve anche a quella donna.
La memoria di Servigliano, ed il parco della pace
La Casa della Memoria, situata presso l’ex stazione ferroviaria, è al contempo aula didattica multimediale e museo diffuso, poiché si sviluppa anche all’aperto.
Sorge adiacente a quello che durante la prima guerra mondiale era un campo di prigionia.
Nel corso della seconda guerra mondiale, il complesso assunse di nuovo la funzione di campo di detenzione, dapprima generico, poi per ebrei.
Come dimensioni era quasi il doppio del vicino agglomerato Serviglianese.
Nel secondo dopoguerra ospitò invece i profughi che non avevano più dove andare; alcuni di loro, a termine della sistemazione temporanea, si stabilirono definitivamente nella zona.

Nel 2022 il campo di Servigliano è diventato monumento nazionale, un riconoscimento che va a rimarcare come rappresenti l’unico posto ancora presente in Italia in grado di raccontare più tragedie del novecento. Esistono infatti altri luoghi relativi a trascorsi di questo genere, ma sono specifici però solo di un determinato periodo e non ricoprono un arco temporale così vasto.
Il presidente dell’associazione La Casa della Memoria ci ha raccontato come in futuro si amplierà la mostra, e gli interessanti progetti correlati.
Oggi parte di quell’area è diventata il parco della pace, dove nel periodo di bella stagione si tengono eventi musicali e culturali con anche artisti di primissimo piano, arrivando ad accogliere più di 16 mila spettatori (quasi sette Servigliano messe insieme!).
Da non perdere in agosto la rievocazione del Torneo cavalleresco dove cavalieri di diverse contrade si sfidano in avvincenti prove di destrezza.

Altre informazioni utili su cosa vedere, al sito: I Borghi più belli d’Italia – Servigliano.
Torre di Palme, romantico borgo con vista sul mare
Torre di Palme si affaccia sul mare Adriatico, a cospetto di uno scenario spettacolare che non si smetterebbe mai di contemplare.


Nella tappa conclusiva del nostro itinerario dunque non ci troviamo più in provincia di Fermo, bensì a Fermo città, in quanto il borgo di Torre di Palme ne è frazione, e ne rappresenta anche una contrada, contendendosi il Palio dell’Assunta.
Oltre ai panorami, anche gli stretti vicoli del borgo offrono poetici scorci, per non parlare poi degli edifici storici.
Da togliere il fiato le ridecorazioni all’interno della chiesa di Santa Maria a Mare: i bellissimi affreschi sul soffitto che ricreano un cielo stellato, rilassano! Ti fanno sentire quasi come se il cielo stesse vegliando su di te.
Gli affreschi visibili sulle pareti, venivano invece commissionati dai fedeli, per chiedere una grazia ad un Santo. Alcune scene ed alcuni soggetti ricorrono più volte, ad esempio Santa Caterina (con la ruota), o San Sebastiano (trafitto dalle immancabili frecce) che proteggeva dalle malattie.
Presente anche Simonino martire, un ex Santo bambino, divenuto tale per passione popolare ma che la Chiesa (già contraria all’epoca) ha poi ufficialmente revocato nel 1965.

Passeggiando lungo la cinta muraria del paese si possono notare delle merlature a nido di rondine.
È uno stile decorativo che richiama la fazione dei ghibellini; quando questo territorio cessò di essere sotto lo Stato Pontificio, sostituirono le forme che ricordavano i guelfi.
Il misterioso anellone piceno
Il museo archeologico di Torre di Palme espone alcuni rinvenimenti di necropoli. Le popolazioni preromane, inclusi i Piceni, non costruivano edifici come i Romani, quindi ciò che si conosce proviene principalmente dalle sepolture.
In una teca si può osservare un ricco corredo funebre di donna, composto da una moltitudine di oggetti originali, tra cui dell’ambra proveniente dal mar Baltico.
Un oggetto in particolare, posto sotto la veste ad altezza bacino, è ancora fonte di studi e teorie: l’anellone piceno.
Si tratta di un rinvenimento piuttosto raro, circoscritto a queste zone, di cui non si conosce l’utilizzo. Attualmente si ipotizza possa avere assunto una qualche funzione rituale; probabilmente correlata alla dea Cupra, o magari chissà… alla fertilità?
A Torre di Palme sono accadute alcune curiose coincidenze: durante un evento legato proprio a quella divinità, ad una artista (che era incinta) si sono anticipatamente rotte le acque mentre maneggiava una riproduzione del misterioso anellone a nodi! Si è poi saputo pure di successive gravidanze capitate a donne che avevano assistito allo spettacolo.

Amore e redenzione
Nella chiesa di Sant’Agostino, che custodisce tre pezzetti della Croce di Cristo e ciò che si ritiene essere una spina della corona, spicca un polittico in legno realizzato da Vittore Crivelli probabilmente con il contributo del fratello Carlo, dai toni pittorici più morbidi.
Strutturato in tre livelli, rappresenta la redenzione. Racchiude molti significati e simboli, espressi soprattutto tramite raffigurazioni del mondo vegetale.
Di notevole pregio inoltre, una tavola del Pagani che ritrae la madonna in trono con bambino.

Un tuffo nella natura è possibile al Bosco del Cugnolo, un’area protetta di macchia mediterranea prospiciente a Torre di Palme.
La camminata lungo un sentiero ad anello, conduce alla Grotta degli amanti, il luogo in cui una coppia di giovani innamorati trovò nascondiglio per alcuni giorni. Antonio, approfittando di un breve periodo di licenza dal fronte della guerra, decise di scappare. Laurina fuggì insieme a lui, con tutti i rischi che ciò comportava.
Sentendosi braccati, i due giovani amanti, fecero una scelta estrema…
Non perdetevi l’articolo che abbiamo dedicato ai Romeo e Giulietta delle Marche.

Ulteriori informazioni sulla pagina web dedicata a Torre di Palme su VisitFermo.
4 dei borghi più belli d’Italia
Ognuno di questi incantevoli borghi nel Fermano ha delle proprie peculiarità che ne risaltano la bellezza, ed in taluni casi addirittura la propria irripetibile unicità.
Ma oltre agli aspetti culturali, artistici, storici, paesaggistici, enogastronomici, e ai tanti altri che emergono da realtà Italiane di questo tipo, vorremmo ricordarne uno in particolare che in questi territori rappresenta, a sua volta, un’eccellenza: la gente.
L’accoglienza che troverete in questi luoghi è genuina, così come le persone che incontrerete. La bellezza di un borgo e dei suoi vicoli dipende infatti anche dalla cura e dall’amore di chi lo vive.
Dove mangiare nei borghi più belli d’Italia in provincia di Fermo
Ristorante Roma (Petritoli), dall’ottimo rapporto qualità/prezzo.
Villa Funari (Servigliano), in cui producono prosciutti e formaggi in proprio.
Agriturismo Moresco, cibo e location fantastici; stesso proprietario de “Il palazzo della Torre” di prossima apertura nel centro storico (Moresco).
Lu Focarò (Torre di Palme), una terrazza di prelibatezze vista mare.
Ringraziamo:
I Borghi più belli d’Italia
Marche Tourism
Fondazione Marche Cultura
I Borghi più belli d’Italia nelle Marche.
Articolo in collaborazione con i borghi più belli d’Italia nelle Marche e Fondazione Marche Cultura.