Alba e Tramonto al Sun Cruise
Guardandolo in foto, può sembrare un ardito e pretestuoso fotomontaggio.
A Guardarlo dal vivo per la prima volta, in lontananza, sembra che davvero là dietro ci sia una maxi imbarcazione ormeggiata.
Ciò di cui si tratta in realtà, è un hotel a forma di nave da crociera in cima a una collina.
È cemento, non galleggia, fissa il mare, lo sfiora senza toccarlo.
Parliamo del Sun Cruise Hotel di Jeongdongjin, vicino a Gangneung, nel nordest Coreano.
La celebre stazione
È un’emozione quando si scende dal treno alla stazione di Jeongdongjin ritrovarsi il mar del Giappone di fronte che ti investe con la densità della sua salsedine; dopodichè guardarsi intorno, volgere la testa in direzione della collina (a un chilometro in linea d’aria), notare quell’irreale “cosone” sullo sfondo, e pensare “ok, si dorme lì”.
Quella stazioncina è attrazione di suo, rientra infatti nel guinness dei primati come stazione di treni al mondo più vicina ad una spiaggia. Al momento di scendere, una folla di gente si è aperta a ventaglio, ha attraversato il binario ed ha iniziato a scattare (e scattarsi) foto per un po’, prima di rompere le righe… come direbbe Vasco “ognuno col suo viaggio, ognuno diverso“. Anche se nella fattispecie, a parte noi, erano tutti Coreani. 😀
È un luogo a loro assai noto, per via delle scene di famosi drama girate lì, ed in effetti si presta bene a struggenti scenari di addio o di incontro. È inoltre uno dei posti più popolari da cui assistere all’alba: il punto ideale è sicuramente il parco in cima alla collina, ma una menzione particolare merita anche il terrazzone del Sun Cruise!
Al desk in reception ogni giorno si vedono esposti gli orari precisi al minuto di alba e tramonto, e volendo, all’ultimo piano hanno persino un ristorante-bar girevole che alterna il panorama del mare a quello del tramonto a monte.
Dentro e fuori il Sun Cruise Hotel
Aperto nel 2002, è stato il primo nel suo genere. L’intento è quello di ricreare l’effetto di una nave da crociera: non oscilla niente, non si soffre di mal di mare, ma la cura di molti dettagli di arredo e di decorazione ti porterebbe a pensarlo.
A quanto pare diffonderebbero addirittura i fruscii delle onde del mare negli speakers (non sentiti), e salerebbero l’acqua delle piscine (non provate). Insomma, manca solo la detonazione di un maxi sirenone con i suoi decibel improvvisi a seminare infarti… In teoria ci doveva essere una sorta di sirena di avvertimento all’alba, ma non l’abbiamo sentita, forse nel tempo hanno ricevuto troppe lamentele di ospiti irritati che preferivano continuare a dormire?
È dunque per sistemarci in questo bizzarro hotel, le cui camere riproducono l’interno di una cabina da crociera (più spaziose e più stabili) che ci siamo arrampicati col taxi sulla collinetta su cui giace.
Ce ne hanno assegnata una fra le ultimissime in fondo, da cui ci vogliono ore per spostarsi in una struttura enorme come quella.
Risciò e sottomarini
Siamo ritornati giù in paese, manco a dirlo, di nuovo nei paraggi della stazioncina, perchè proprio a fianco, partono dei risciò su ferrovia, ovvero dei vagoncini su cui si pedala. Non è faticoso poichè con una levetta si può attivare una spinta elettrica extra, assai istigante da quanto la si terrebbe perennemente a tavoletta, ma dopo un po’ si trova il giusto compromesso nel dosarne l’utilizzo così da potersi gustare più a lungo il panorama.
Dopo aver pranzato in un supermercato, scaldandoci degli strani spiedini nel loro microonde, abbiamo preso un autobus per Tongil Park, intenzionati a introdurci in un sottomarino NordCoreano (trovate il nostro racconto in un articolo dedicato), per ritornare infine, nel tardo pomeriggio, all’alloggio nel barcone che sovrasta Jeongdongjin.
Attraverso le finestre/oblò abbiamo osservato all’esterno dei giovani ragazzi che stavano girando una scena: c’era infatti una piccola troupe, equipaggiata di drone che riprendeva una coppietta mentre recitava a cospetto dell’orizzonte.
Nel cuore della notte, mentre si dorme…
Se nel prendere sonno a Manhattan udivamo un continuo di sirene come fossimo in un poliziesco, e se in Giappone il peculiare suono dei mezzi di soccorso ci faceva sentire dentro a un cartone animato come se da un istante all’altro dovesse irrompere l’ispettore Zenigata con un calcio alla porta, anche l’atmosfera notturna Coreana ci ha regalato suggestioni tutte sue.
Sienziosa ma… alzandoci nel cuore della notte e buttando casualmente lo sguardo fuori, le tenebre talora venivano squarciate da fasci luminosi in movimento: da delle torrette, ogni tanto si accendevano dei riflettori (tipo “Occhi di gatto” o tipo Lupin, tanto per rimanere in tema) che puntavano il mare, la spiaggia, gli scogli, la vegetazione orientandosi in varie direzioni, talvolta anche verso la nostra.
Poi tornava il buio per qualche tempo, prima che un’altra scrutata dei militari ricominciasse. Per curiosità ho inquadrato una torre con lo zoom della telecamera al massimo, così da osservarli più in dettaglio, notando distintamente il kalashnikov a tracolla del ragazzo che manovrava un riflettore.
A ripensarci, considerando la famigerata incursione dei Nord Coreani che in passato avvenne proprio da queste parti, cautele del genere tranquillizzano… Non altrettanto, in caso di emergenza, la posizione così defilata della nostra stanza.
Nel camminare ininterrottamente, dalla porta della camera all’ascensore, si fa quasi in tempo a cantare per esteso la sigla di Love Boat… e ovviamente noi lo facevamo!
DISCLAIMER, stiamo per accennarne l’inizio. È possibile che attecchisca e non ve la togliate più:
Mare profumo di mare, con l’amore io voglio giocare.
È colpa del mare, del cielo e del mare,
sento che sto lasciandomi andare.
Questo sole che cosa può fare, io non ci credevo, ma posso sognareeeeeee …
Perturbazioni dal nord
La levataccia mattutina per vedere l’alba migliore di tutta la Corea del Sud l’abbiamo fatta, ma purtroppo il meteo non è stato collaborativo. Se per quasi tutto il viaggio, da quel punto di vista, ci era andata bene, prima o poi sarebbe dovuta arrivare anche la giornata di stop.
Per buona parte è infatti stata piovosa, ma in fin dei conti era il posto migliore in cui ci potesse capitare: avevamo del soju dall’escursione del giorno prima, e al Sun Cruise potevamo disporre di un negozio interno con cibi. È un tantino sovraprezzato, ma l’alternativa sarebbe scendere e risalire la collinetta, per raggiungere il paese in taxi o in bus.
In un momento di tregua siamo comunque riusciti a scorrazzare per i giardini del parco circostante (Sculpture Park), gratuiti per gli ospiti della struttura, caratterizzati da maxi sculture piuttosto interessanti, soprattutto le cosiddette “Mani della promessa“.
Burrasche e speranze
Ci sono cose che sono fuori da qualsivoglia possibilità di controllo; tuttavia, anche se non le si possono controllare, le si possono almeno seguire. Contrariamente al meteo stabilmente compromesso, ciò che intanto stava succedendo fra le due Coree, era in continua evoluzione. La burrasca era dunque soprattutto politico-diplomatica.
Noi eravamo in attesa di conferme, o per lo meno delucidazioni, in vista della visita organizzata alla zona demilitarizzata di confine. Ad inizio viaggio infatti, ci eravamo recati presso una caserma americana di Seul per le verifiche e le finalizzazioni dell’escursione, che avremmo poi svolto il giorno antecedente al nostro rientro in Italia, ma nel frattempo, in quelle due settimane, era successo di tutto.
La mail che febbrilmente controllavo in quel giorno di pioggia in “cabina”, taceva, mentre nei vari media, continuava un certo fermento sul fronte diplomatico.
La mattina in cui abbiamo lasciato il Sun Cruise è giunta finalmente risposta alla richiesta di aggiornamenti, appianando le nostre perplessità: sebbene le visite precedenti fossero state annullate, in riguardo alla nostra non avevano ricevuto alcun ordine dall’alto, perciò non c’era motivo di ritenerla annullata. Dovevamo però continuare a tenere d’occhio la posta nelle 24 ore successive.
Sollevati, siamo ripartiti quindi per tornare a trascorrere gli ultimi giorni nella capitale.
Durante un acquazzone da guinness, tanto quanto la stazione, un omino ha cavallerescamente/eroicamente accompagnato Lemu Rina sotto l’ombrello, lungo la banchina fino alla corrispondente carrozza… Scena drammatico-commovente in un tale scenario!
Ma, per la cronaca, i goccioloni che mi solcavano il volto, erano pioggia…
(non avevo l’ombrello).
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No vabbè ma che assurdità è questo hotel 😀 però decisamente originale e, forse, pure di atmosfera. Di sicuro ha una vista unica…passeggiando sul ponte arrivavano gli schizzi? Sarei curiosa di vedere gli interni!
Ester
All’interno gli arredi sono molto simili a quelli di una nave, e il cervello (ingannato) inizialmente si aspetterebbe qualche oscillazione.
Veramente assurdo!non solo l’hotel,ma il fatto che sia un posto famoso per le loro soap opere tragiche😂😂😂😂il tizio che hai scovati da lontani con lo zoom😱 e l’ansia per le burrasche diplomatiche! Una vera avventura 🔝🔝🔝🔝
Sì, chi ha progettato questo hotel è stato geniale! E pensare che questo paesino, come d’altronde la maggior parte del Paese, non è molto frequentato dai turisti occidentali, ma meriterebbe.
Fantastico questo hotel, di certo fuori dal comune e bello anche il Parco! Grazie infinite per averlo condiviso, difficilmente avrò modo di vederlo dal vivo, ma grazie a voi e come se fossi stata lì!
Grazie ci fa piacerissimo! È un hotel molto fuori dal comune: oltre ad avere la struttura (e gli interni) come una nave da crociera, hanno creato una piazzetta e un giardino con delle sculture, un camminamento in vetro per guardare il panorama sotto e la terrazzona panoramica per vedere l’alba. Anche in una giornata di pioggia come è capitato a noi, la si trascorre bene 😉
Bello scoprire questo scorcio bizzarro!!! Devo ammettere che l’idea del Sun Cruise Hotel mi piace molto, anche se le scoperte notturne mi hanno lasciato un pizzico di inquietudine!!!
Complimenti a voi avventurieri alla scoperta di luoghi veramente unici!!
Grazie Francesca! Il nostro spirito è proprio quello, ci porta spesso al di fuori dei terreni battuti per scoprire luoghi che ci catturano. La bizzarria del Sun Cruise e la pregnanza storica del sottomarino Nord Coreano, ci hanno spinti fino lì.